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Se Max va allo zoo

Quello che mi ha colpito immediatamente di Dov’è finito Max di Max Erlacher, traduzione di Silvia Liotto, editato da Camelozampa, sono state le illustrazioni.

Surreali e ironiche, hanno la narratività del fumetto.

Max e la sua classe sono in visita allo zoo; era tempo che Max aspettava quella visita e, mentre stanno per entrare, si chiede emozionato quali e quanti animali vedrà.

Che fortuna! Ecco che proprio di fronte a lui c’è un coccodrillo.

<<A lui i coccodrilli piacevano così tanto che rimase incantato a guardarli per un po’>>.

Fu così che si perse. Per fortuna il coccodrillo era anche il direttore dello zoo. I due, muniti di baffi finti per non farsi riconoscere, se ne vanno in giro per il parco. Tra domande strane e assurde risposte, il coccodrillo-direttore e Max, incontrano scimmie scacchiste e pinguini cantanti.

Il coccodrillo-direttore confida a Max che avrebbe voluto fare il pianista. Le cose precipitano quando il coccodrillo viene riconosciuto e si genera il panico. Alcuni adulti scappano gridando e arriva una specie di auto blindata acchiappa-coccodrilli. Una storia esilarante e folle che racconta gli animali da dentro le gabbie, narra di aspirazioni alle quali non rinunciare e mostra adulti che non sanno giocare.

Come nei migliori picturbook la narrazione è affidata alla parola e alle immagini che non necessariamente raccontano le stesse cose; qui, alle risposte quasi ingenue di Max al coccodrillo fanno da controcanto le illustrazioni che narrano adulti sempre arrabbiati, ma anche folli e innamorati.

Intorno a Max e al coccodrillo-direttore si muove un mondo di micronarrazioni fatte di armature, polpi-medusa volanti, innamorati e bambini che insieme ai vecchi sembrano gli unici capaci di divertirsi.

Le illustrazioni narrano una realtà surreale, confusionaria e vagamente daliliana.

Un picturbook perfetto per ridere e per giocare con l’assurdo.

Dov’è finito Max  è scritto in due lingue italiano e ladino e nasce  dalla collaborazione tra Camelozampa e l’Istituto Ladino Micurà de Rü, nell’ambito delle iniziative che hanno come obiettivo la conservazione e la rappresentazione della lingua ladina.

Max Erlacher, Dov’è finito Max, traduzione di Silvia Liotto, Camelozampa, 2022

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