Un signore ha una busta bianca. Di quelle con i manici. È sua e gli serve. La busta alle volte si gonfia di vento, vola e fruscia. Un bambino guarda la busta. Il signore risponde scortese.
<<Che vuoi? Che guardi? È mia!>>
Il bambino ci racconta di questa busta. Fruscia, la busta. Vola sugli alberi. Il signore la stringe a sé, la piega la mette in tasca. Ha paura che il bambino gliela voglia rubare.
Un dialogo fatto di sguardi e di poche parole quello tra il signore e il bambino. Una storia piccola di sguardi e parole, tra un bambino e un signore che si aggira per le strade con le sue poche cose e le unghie cerchiate di nero. Una busta può essere un bene prezioso. Può contenere; può suonare, riempirsi di brillanti quando piove. Una busta bianca, per chi non ha nulla, è un tesoro. Una poesia per parole e immagini per raccontare lo sguardo bambino su gli invisibili; uno sguardo che non nota le unghie nere o forse sì ma non gli importa. Vede, però, la frusciante busta bianca.
Trovo questa poesia di Barbara Ferraro, bellissima nella sua complessa semplicità.
Ferraro ha una scrittura fluida ma non semplice. Le frasi hanno tanti rivoli di significati e di toni. Non facile leggerla ad alta voce, l’ho già detto. Non ho detto che lo considero un pregio.
Un libro bellissimo in cui le illustrazioni di Luisa Montalto si incastonano perfette. Non vediamo i luoghi ma solo la busta bianca. Non le strade ma il volto del bambino. Non ci sono case o alberi solo i rami e la busta che si impiglia; qualche tetto riflesso nella pozza che la pioggia ha creato nella busta.
Barbara Ferraro, La busta Bianca, illustrazioni di Luisa Montalto, Pulci Volanti Edizioni, 2022.