Avrò cura di te, scritto da Maria Loretta Giraldo, illustrato da Nicoletta Bertelle e edito da Camelozampa, ci parla di qualcosa d’importante. Lo esplicita già nel titolo: il prendersi cura
Da anni mi sto ritagliando, accanto alla mia attività di contastorie e formatrice, uno spazio per la riflessione. Uno spazio fatto di pagine scritte, confronto con amiche e amici e, tante, tante letture diverse, alcune sbagliate, altre giuste. Alcune fuorvianti. Alcune mi sembrano giuste e poi non lo sono. altre ancora, bellissime.
Ogni tanto da questo spazio, privato e un po’ sofferto, esce un articolo. Sulla scuola. Sulla memoria. Su i bambini e i ragazzi in questa nostra mondo di adulti confusi. C’è una riflessione che sto portando avanti da molti anni: la cura. Negli anni giovanili avevo molte certezze, scardinate (e colpite a morte), poi da chi di certe idee ne ha fatto bandiera per prendere voti. Oggi ho tanti dubbi, a volte mi manca una mappa e mi sento persa. Tuttavia una certezza ce l’ho. Nel caos dei miei errori la porto avanti. Dobbiamo prenderci cura. Dell’altro, di noi, della Terra.
Prendersi cura vuol dire decentrarsi. Oggi abbiamo mille strumenti in più per prenderci cura, lo sviluppo tecnologico, nonostante gli indubbi difetti e limiti (peraltro dovuti tutti ai nostri errori nell’utilizzo!) ci permetterebbe di fare cose grandiose, ma siamo sempre più egocentrati e un certo tipo di visione dell’infanzia sta crescendo persone individualiste e incapaci di decentrarsi. Ci tornerò perché è un discorso enorme.
Un seme in direzione opposta lo lancia In Avrò cura di te.
Un piccolo seme è solo e si sente sperduto. Il Cielo, l’Acqua e la Terra si prendono cura di lui perché sanno che è necessario.
È necessario farlo. È necessario il seme.
Il seme fiorisce e diventa albero e a sua volta si prende cura di coloro che ci vivono. I quali si prenderanno cura dei nuovi nati che siano i propri figli o i frutti dell’albero e quindi nuovi semi.
L’albo nella sua estrema semplicità racconta una realtà elementare ma fondamentale: siamo una realtà tutta attaccata, prendersi cura dell’altro è anche prendersi cura di sé.
Lo sapevano bene i Nativi Americani che nelle loro antiche leggende raccontano della Natura violata dall’uomo (bianco, ma non solo, perché nella leggenda è violenza ogni volta che uccidi senza necessità o distruggi senza bisogno) e di come questa ci punisca rubandoci l’ombra e rendendoci fragili (*) È necessario ripristinare l’equilibrio. Avrò cura di te, racconta ai bambini e ricorda agli adulti, la semplicità della cura. A volte basta una parola, un atteggiamento, un sorriso. È necessario. Per noi. Per la Terra. Per i nostri figli.
Belle ed evocative le illustrazioni di Nicoletta Bertelle, che ci raccontano una natura colorata e accogliente. Fortemente narranti, ci regalano emozioni in tandem con la parola poetica. Guardatele e leggetele. Mi sono innamorata anche delle sguardie!
Io lo metto nella mia personale e sempre più ricca bibliografia per l’Agenda 2030.
(*) Una versione affascinante della leggenda dei Nativi Americani è la celeberrima ballata di Angelo Branduardi, La pulce d’acqua.
Maria Loretta Giraldo, Avrò cura di te, illustrazioni di Nicoletta Bertelle, Camelozampa, 2021