La svedese Emma AdBåge è un’autrice di parole e immagini ironica dissacrante e grande conoscitrice dell’animo bambino. Se quest’ultima caratteristica è più evidente nei picturbook dedicati ai piccolissimi, in opere come La Buca, editato da Camelozampa nel 2020 e vincitore del Premio Andersen 2020 Miglior libro 6/9 anni e nel recentissimo La natura, viene fuori tutta la sua pungente ironia e la feroce critica al mondo degli adulti.
In La natura, tradotto da Samanta K. Milton Knowles e editato da Camelozampa, l’autrice svedese riesce ad essere ancora più tagliente che in La buca.
A narrarci la storia, un gruppo di bambini che coralmente si fa voce narrante. Ci raccontano che il paese in cui vivono è abitato oltre che da loro, da adulti e da animali domestici <<cani e roba del genere>>.
Fuori dal paese c’è la Natura che <<…è fatta di boschi, un lago, un po’ di cespugli e un mare>>. Sta lì. Ci dicono i bambini.
Osservano che è proprio vero che tutti loro amano la Natura! Tutti amano l’autunno con le sue foglie rosse. Poi però le foglie rosse diventano marrone e non sono più tanto apprezzate, quando poi il tiglio continua a far cadere le foglie in continuazione, qualcuno perde la pazienza e lo abbatte. Poi arriva l’inverno e allora sì che ci si diverte! Solo che alle volte arriva troppo poco inverno e non è divertente! Certo è che se ne arriva troppo poi è necessario portare via tutta quella brutta neve!
E così via, di stagione in stagione, AdBåge ci racconta con un ritmo incalzante di un’umanità stolta che ama la Natura solo se fa quello che vuole lei e non riesce a capire perché non le dà retta. La natura è bella quando non sporca, non bagna e non porta lavoro e fatica. E fa quello che vogliamo!
Ora basta, grida l’umanità stolta, sei sporca e fangosa? E noi ti asfaltiamo! Mare, sei troppo mosso! Noi ti arginiamo!
<<Ma alla Natura non importa un fico secco…>>.
Alla fine gli uomini se ne stanno là caparbi, convinti che la Natura sia cretina e che faccia loro dispetti. E lei lì impassibile, fa ciò che ha sempre fatto. Natureggia!
Dentro questo picturebook ci sono secoli di filosofia! C’è la critica alla visione antropocentrica tipica dell’occidente, c’è la critica alla concezione illuminista che la Natura sia da arginare e limitare in nome della Ragione la sola in grado di offrire progresso e benessere, c’è una sferzante critica al Consumismo che vede e vive la Terra come proprietà dell’Uomo.
Una narrazione causticamente ironica. Agli Uomini appare ovvio che se la Natura crea problemi loro debbano intervenire, perché mica è possibile faticare più di tanto per godersi la neve o il fresco di un albero!
Un albo bello e importante, raccontato con parole sferzanti e immagini che trasudano ironia per le quali AdBåge usa colori terrosi, rossi sangue, blu intensi, verdi foglia, gialli e neri. Gli umani si muovono in maniera scomposta e chiassosa. Gridano, corrono, si arrampicano. I loro gesti sono aggressivi. Tutto è chiasso, occupazione, assoggettamento. Non c’è rispetto neanche per un nido pieno di uova.
Al frastuono degli umani si oppone una Natura immobile, silenziosa. Diventa devastazione perché l’Uomo ha spezzato gli equilibri. La Natura non punisce, come potrebbe pensare qualcuno, alla Natura non importa nulla di noi, Lei è. Se spezziamo gli equilibri, cadiamo.
Emma AdBåge non fa proseliti. Racconta. E raccontando ci fa ridere e pensare.
Libro bello, da portare ai bambini e leggerlo a voce alta, accentuando il tono quasi lagnoso degli adulti nel lamentarsi della Natura, accelerare il ritmo quando tutto diventa catastrofe e rallentate quando parlaimo della Natura.
Da portare ai ragazzi per iniziare un dialogo che può toccare Rousseau, Leopardi, Thoreau e i Nativi americani.
Anche questo finisce nella mia bibliografia per l’Agenda 2030.
Emma AdBåge, La Natura, traduzione di Samanta K. Milton Knowles, Camelozampa, 2021.
Se vuoi leggere la mia recensione di La buca: https://storiegirandole.it/a-noi-basta-la-buca/