Jip e Janneke. Amici per sempre scritto da Annie M. G. Schmidt, illustrato da Fiep Westendorp, tradotto da Valentina Freschi e edito da Lupoguido è un vero gioiellino.
Fresco, semplice ma profondo, Jip e Janneke, racconta la vita quotidiana di due bambini e la loro amicizia.
Jip si annoia e gironzola nel giardino. Un buco nella siepe? Ieri non c’era! Chi ci sarà dall’altra parte? Ci guarda attraverso e vede <<Un nasino. E una boccuccia. E due occhietti blu. Dall’altro lato del buco c’è una bambina. Ha la stessa età di Jip.>>.
Inizia così l’amicizia tra Jip e Janneke, un bambino e una bambina di circa 4 anni.
Annie M.G. Schmidt ci racconta com’è l’infanzia quando gli adulti si fanno da parte lasciando i bambini giocare tra loro, combinare guai, litigare, discutere, fare pace, immaginare avventure anche se solo a due pagaiate da casa. Gli adulti sono presenti solo per spiegare se interpellati :
<<Il gigante! – singhiozza Jip. Il gigante era nel mio letto. – Ma no, schiocchino – dice la mamma – Era un sogno. Quel gigante non ci sta mica nel tuo letto, è troppo grande! – E dov’è allora? Chiede Jip, impaurito. Non c’è i giganti non ci sono, non esistono davvero. Solo nei libri>>
Oppure per aiutare a cucinare o curare piccole ferite. Gli adulti non sono mai presenti nelle illustrazioni. E sono proprio le illustrazioni che ci restituiscono un’infanzia fatta di piccole azioni e grandi avventure. Un infanzia vissuta all’insegna dei rapporti tra pari senza che gli adulti si sostituiscano ai compagni di gioco; un’infanzia avventurosissima e piena di pericoli tra le mura di casa e la staccionata del giardino.
Jip e Janneke sono rappresentati come due sagome nere, senza altre caratterizzazioni, perché non importa come tu abbia i capelli o di che colore siano i tuoi occhi, se hai 4 anni e ti fai un taglietto al dito, la tua fasciatura la vivrai e la vedrai enorme.
Potrai avere mille giochi o invece solo un paio, ma se sei su una barca a remi , le tue avventure saranno incredibili e mirabili, anche se la barca è ormeggiata.
La serietà e la compitezza con le quali Jip e Janneke svolgono le loro azioni quotidiane sono tipiche di un’infanzia libera dallo sguardo adulto, libera di giocare, immaginare, fare guai infilando il naso nella torta di panna per farci i buchi, litigare per fare pace e provare a fare il circo. Perché giocare è un affare incredibilmente serio. I bambini lo sanno bene!
Mi piace questo libro perché racconta le storie piccole dei bambini, usando un linguaggio semplice ma non banale e nella sua semplicità ci dona molta filosofia e bellezza. Lo trovo adattissimo per le letture serali a bambini di 3-5 anni, ma anche per le letture autonome.
Un’attenzione particolare meritano le sguardie. Splendide sagome nere in campo rosso, con Jip e Janneke che si guardano. Quasi una carta da regalo!
Alla fine Jip e Janneke salutano i loro piccoli lettori, perché noi adulti siamo stati solo il tramite attraverso il quale il bambino che ancora non legge ha potuto giocare con i due piccoli protagonisti.
Piccole curiosità a piè di pagine
- In Olanda, patria dell’autrice, Il linguaggio Jip e Janneke è diventato sinonimo di linguaggio semplice e chiaro usato in alcuni ambiti per essere più facilmente compresi da chi non ha dimestichezza con la tematica.
- La traduttrice, Valentina Freschi, ci dice Jip e Janneke si pronunciano “Yip e Yanneke” e io la ringrazio perché mi evita il problema di andare alla ricerca di come si pronunciano i nomi stranieri, quando devo fare una lettura.
- Le avventure di Jip e Janneke furono scritte originariamente per il quotidiano Het Parool e pubblicate tra il settembre del ’52 e il settembre del ’57. Raccolte in seguito in un libro sono tradotte oggi in tutto il mondo (anche in latino!).
Annie M. G. Schmidt, Jip e Janneke. Amici per sempre, illustrazioni di
Fiep Westendorp, traduzione dal nederlandese di Valentina Freschi, Lupoguido, 2020