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Desideri come bolle di sapone.

Ristampato dopo più di dieci anni Il Mago delle bolle, di Elisabetta Jankovic, illustrato da Izumi Fujiwara e edito da Edizioni Corsare, non ha perso negli anni la sua  intensa poesia. Ispirato allo spettacolo Ouverture des Saponettes di Michele Cafaggi (che io vidi anni fa e di cui ho parlato qui: https://storiegirandole.it/360-2/),  narra del maestro Michele Izumiki, un bizzarro direttore d’orchestra  capace, con la sua musica, di trasformare i sogni di chi lo ascolta in colorate bolle di sapone. Durante i concerti il maestro Izumiki cattura le bolle–sogni e poi li esaudisce aiutato da misteriose creature, visibili solo a lui.

Anni prima il maestro Izumiki aveva esaudito il suo più bel sogno: amare la bellissima Mabelle; non era stato così facile come potrebbe sembrare. Proprio mentre stava suonando il clarinetto per realizzare il suo sogno d’amore, preso dalla bella Mabelle, non si accorse di un’Ombra che alle sue spalle non aspettava altro che portargli via la bolla-sogno. Il maestro Izumiki cadde in una profonda tristezza fino a che Barnaba, uno dei suoi aiutanti, non lo convince che la bolla-sogno andava cercata. Izumiki si mette in cerca del suo sogno e incontra centinaia e migliaia di altri sogni; non resiste alla tentazione di esaudirne alcuni (è così bello vedere le persone felici!), fino a che non si rende conto che l’Ombra che gli ha portato via la sua bolla-sogno è proprio lì accanto a lui e lo sfida.

<<…sai quante persone, una volta che i loro sogni si avverano, si pentono di quello che hanno chiesto…?>>

Ma Michele Izumìki sa che quello è ciò che vuole. Non importa se dovrà rinunciare ad alcune cose di sé per amare.

Una bellissima storia d’amore ma anche un albo che ci parla di che cos’è un sogno e di cosa vuol dire esaudirlo; di come i sogni siano bellissimi e fragili e di come esaudirli sia bellissimo e estremamente difficile.

Il sogno con la sua fragilità bellissima ci mette davanti ad una realtà: vogliamo veramente ciò che crediamo di desiderare?

Questo ci racconta Elisabetta Jankovic con leggerezza e la bellezza di una bolla di sapone.

Le illustrazioni dell’artista giapponese Izumi Fujiwara fanno di quest’albo un’opera veramente magica. Giocando con il nero e pochi altri colori, Fujiwara riesce a narrare le atmosfere e la potenza leggera dei sogni-bolla, la determinazione di Izumiki, la gioia luminosa di chi vede esaudire i propri sogni, l’oscurità di Ombra.

Un albo prezioso per dialogare con e su i nostri sogni-bolla.

Quando si potrà tornare a incontrarsi nelle scuole, nelle biblioteche e nelle librerie, mi piacerà proporre questo albo in lettura per poi giocare con i nostri (Anche i miei! Sempre mettersi in gioco) sogni-bolla (o le nostre bolle sogno?)

Con i più piccoli potete usare delle bolle di sapone; in commercio ci sono molti strumenti per farne anche di mediamente grandi (non come quelle di Michele Cafaggi, lì ci vuole arte, artigianato e tanto mestiere!) e, con un po’ di allenamento potete trovare il modo di lanciare le bolle ai bambini per coinvolgerli a raccontare i loro sogni (occhio perché poi il pavimento diventa scivoloso; meglio farlo all’aperto!)! Poiché credo nel diritto di ognuno di dire o non dire sogni e/o pensieri, potete anche far avere ai bambini un foglio con una bolla nella quale disegnare un loro sogno.

Un disegno come quello sottostante (poiché io non so disegnare ho trovato l’immagine in rete, ma voi fatela a mano!):

Con i più grandi (dagli otto anni, ma decidete voi in base ai bambini) potete usare l’immagine delle bolle come attivatore oppure allargare il discorso e provocare riflessioni su cos’è un desiderio, cosa un sogno e cosa comporta la loro realizzazione.

Qualche giorno fa Riccardo Falcinelli (sono abbastanza sicura che fosse lui, non trovo più l’appunto e non posso controllare) ha scritto una riflessione che mi sembra interessante. Un seme da lanciare ai più grandi (io lo farei dai 14 anni) per aprire dialoghi e ragionamenti. Diceva che quando si parla di talento esaltandolo, si commette un errore perché bisognerebbe fare i conti anche e soprattutto con l’indole. Se io sono una bravissima musicista (talento) ma non reggo lo stress da palcoscenico (indole) sarò infelice e forse anche mediocre perché non riuscirò a dare il meglio di me stessa. Un esempio qualsiasi che però ci mette davanti alla domanda: quando desideriamo, sappiamo cosa comporta?

Buonissime letture con quest’albo poetico e che offre tanti spunti!

Elisabetta Jankovic, Il Mago delle bolle, illustrazioni di Izumi Fujiwara, Edizioni Corsare, 2021

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