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Flix il cane che nacque a Borgogatto

Pungente, ironico, scomodo e politicamente scorretto, Tomi Ungerer è stato un grande e poliedrico artista. I suoi manifesti e i suoi disegni parlano alla coscienza del mondo urlando contro la guerra e contro le ingiustizie, i suoi oggetti-scultura pizzicano il nostro intelletto.

Da sempre contrario a qualsiasi tipo di campanilismo
e segregazione (Se c’è una partita di calcio tra Francia e Germania, spero comunque che vincano gli irlandesi! Scherza sul suo sito) , Tomi Ungerer racconta il mondo con la sua dissacrante e scomoda ironia. Lo fa nei suoi disegni, nei manifesti e nei libri per bambini.

Flix, tradotto da Sara Saorin e editato da Camelozampa che ce lo riporta in Italia dopo vent’anni nel suo formato originale, racconta una storia tenera e allo stesso tempo tagliente. È in libreria dal marzo scorso.

Flix è un cane la cui nascita desta scandalo e stupore perché i suoi genitori sono gatti. Il signore e la signora Krall non si stupiscono né si preoccupano; crescono il piccolo Flix insegnadogli ad arrampicarsi come un gatto e, grazie all’aiuto di Medoro un cane bassotto un amico di famiglia, a nuotare come un cane. I compagni a scuola lo emarginano perché diverso ma Flix non si perde d’animo e va avanti per la sua strada. Si trasferisce a Canecittà dall’altra parte del fiume, va a scuola e scopre che tra Canecittà e Borgogatto non ci sono poi così tante differenze. Parla il gattese e il canino correttamente. Crescendo diventerà quel ponte che permetterà alle due sponde del fiume di unirsi nonostante gli odiatori.

Una storia attualissima. Una storia sovversiva e dall’umorismo tagliente che Tomi Ungerer mette soprattutto nelle illustrazioni, piene di dettagli caustici e irriverenti.

Se la narrazione della parola racconta una storia d’integrazione a lieto fine, grazie al buon carattere di Flix, le immagini raccontano che dobbiamo sempre vigilare perché il campanilismo e la chiusura non impediscano agli uomini di dialogare e integrarsi.

Le illustrazioni sono piene di dettagli sorprendenti in cui ritroviamo il Tomi Ungerer delle sculture e dei manifesti.

Tomi Ungerer non fa mai facili e banali prediche e con questo picturebook racconta una realtà a lui nota. Nato e cresciuto in Alsazia, quando aveva otto anni a causa dell’occupazione nazista è stato costretto a migrare per poi tornare. Straniero ovunque. Durante la guerra imparò a parlare sia il tedesco sia l’inglese.

Questo suo essere senza patria e con tante patrie, l’ha reso un uomo capace di vedere l’assurdità dei confini e delle discriminazioni e l’inconsistenza delle differenze.

<<Flix parla di come trarre il meglio dalle nostre differenze. Siamo tutti uguali e tutti diversi. Ognuno ha qualcosa da offrire>>, racconta in un’intervista.

Tomi ha vissuto la guerra e ne ha visto l’assoluta e violenta inutilità. <<All’età di quattordici anni – racconta nel suo sito – la mia visione del mondo era chiaramente definita dall’odio e dall’orrore della violenza, del pregiudizio, dell’ingiustizia e del fanatismo di ogni tipo>>.

Un albo perfetto per gettare semi e far crescere ponti.

Tomi Ungerer, Flix, traduzione di Sara Saorin, Camelozampa, 2021

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