È stata coraggiosa l’autrice ha scegliere di raccontare una storia che rischia di essere scambiata per l’ennesima storia su un piccolo (animale o vegetale) che non vuole crescere perché si sente inadatto o che cresce più lento perché “ognuno ha i suoi tempi”.
Britta Teckentrup invece, nel suo Il Germoglio che non voleva crescere, tradotto da Sante Bandirali, edito da Uovonero, ci racconta altro. Va molto più in profondità. Il titolo v’inganna? Vi fa storcere la bocca e dire “ancora!”? Apritelo questo spettacolare picturebook fatto di non molte parole e molte immagini fortemente narranti e non potrete non innamorarvene!
È primavera e tutte le piante crescono com’è naturale che sia, tranne un piccolo germoglio che sembra non volerne sapere; Coccinella e Formica aspettano perché, da brave conoscitrici della natura, sanno che ognuno, per l’appunto, ha i suoi tempi.
Germoglio si fa strada nella terra e mette le sue prime foglie. Certo, ora tutte le piante sono alte e rigogliose e per lui non è facile trovare il calore del sole. È qui che la storia ha la svolta, perché la crescita di Germoglio diventa responsabilità del bosco e dei suoi abitanti. Tutti cominciano a condividere la sua crescita e lo accompagnano. Lo aiutano, custodiscono le sue fragilità, preparano lo spazio affinché cresca nel miglior modo possibile.
E nel momento in cui, finalmente, Germoglio esce dal sottobosco e può <<…sentire il caldo sole estivo sulle proprie foglie>>, continua a crescere, mettendo foglie e fiori e diventa casa per gli animali. Quando, dopo l’estate torna l’autunno Germoglio, ormai Pianta, dona al Bosco e agli animali i suoi semi con la tacita promessa di rivedersi a Primavera.
Le illustrazioni sono spettacolari. Britta Teckentrup ci racconta la storia di Germoglio, anche attraverso la prospettiva. Il piccolo virgulto si fa strada nel bosco intricato e noi con lui, evita rami e cespugli alla ricerca del sole e noi siamo lì accanto, insieme a Coccinella, Formica e Topo. Infine in un’esplosione di giallo che mette allegria, Germoglio trova il sole e lì si ferma per crescere; noi siamo lì con lui e godere di qual sole giallo e dei colori dei suoi fiori.
Una storia importante che ci racconta che si cresce se si ha intorno una comunità che ti protegge e incoraggia, aiutandoti a tirar fuori la tua forza perché sei tu che devi trovare il sole, ma è la comunità educante che deve metterti in condizioni di farlo. È questo che ci racconta Britta Teckentrup con le sue parole poetiche e le sue immagini narranti.
Una storia importante in questo momento difficile che vede la nostra società interrogarsi in maniera sempre più pressante sul ruolo educativo della collettività. Una collettività che sembra essersi rarefatta ma che io invece vedo sempre più compatta, forse solo un po’ troppo timida nel riprendersi il suo ruolo.
Metterò questo libro nella mia bibliografia per L’Agenda 2030, fatelo anche voi.
Britta Teckentrup, Il Germoglio che non voleva crescere, traduzione di Sante Bandirali, Uovonero, 2021