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L’arte si può danzare e giocare

“Toglieranno l’insegnamento della Storia dell’Arte” urlavano i titoli dei giornali qualche tempo fa, seguiti da articoli, post e considerazioni di grandi critici, teorici della scuola e gente comune. Tutti scandalizzati.

Che cos’è la storia dell’arte nella scuola? A che cosa serve la storia dell’arte?

È mia opinione che studiare storie dell’arte nella scuola primaria non abbia nessun senso se non si è esperita prima l’arte.

La storia dell’arte è una materia complessa che ha a che fare con la semiotica e con la conoscenza delle tecniche pittoriche, con l’iconografia e l’iconologia, diversamente è un accumulo (inutile) di date.  Sarebbe meraviglioso se i nostri ragazzi arrivassero alla scuola secondaria di secondo grado, avendo sperimentato tanta arte nelle maniere più diverse.  Solo così potranno com(con)-prenderla a pieno.

L’editoria e i blog degli artisti, oggi, sono di grande aiuto perché permettono di fermarci a riflettere, dialogare e condividere (1). Per esperire l’arte dobbiamo partire, ovviamente, dall’esperienza. Tattile. Visiva. Odorosa. Motoria.  Noi siamo tutti interi. Tendiamo a dimenticarlo, tanto che il nostro approccio all’arte generalmente è un approccio di testa. L’arte ha a che vedere con il corpo, tutto. L’accelerazione dei battiti del cuore che ti prende di fronte a un verso poetico, o a un quadro, la voglia di entrare e di annusare i boschi sul fondo della Gioconda, l’odore delle stoffe che t’invade quando guardi alcuni pittori rinascimentali, la voglia di danzare davanti a un Matisse, sono l’espressione delle reazioni del nostro corpo se lo si lascia libero di esperire l’arte, senza sovrastrutture cerebrali.

Danzando con l’arte di Teresa Porcella (illustrazioni di Giorgia Atzeni , LibriVolanti 2019) ci introduce a questo.


L’autrice prende alcune grandi opere dell’arte contemporanea e ci gioca per farci giocare. Crea delle poesie ritmiche intorno alle opere, offrendoci l’occasione di vedere i quadri e le sculture da punti di vista multipli. Destrutturarle per giocarci. Entrarci per danzarle. Le narrazioni ritmiche di Teresa Porcella ci invitano a danzare l’arte.


Ho avuto la possibilità di assistere alla presentazione che Teresa ha fatto di questo libro, nella scorsa edizione di Più Libri Più Liberi (Roma). Una presentazione all’insegna del ritmo e della musica.

Vi consiglio di leggere ad alta voce ai ragazzi queste narrazioni musicali dopo esservi esercitati/e a trovare il giusto ritmo, facendovi guidare dalle parole. Se riuscite a trovare i giusti brani musicali su cui giocare i ritmi, meglio ancora.

Infiniti gli stimoli che arrivano da un libro così.

Ho un sogno! Fare un progetto su l’arte come piace a me. Poiché, si dice, i sogni non costano nulla, sogno in grande.

Ecco il mio sogno:

  •  Studio accuratamente il libro di Teresa Porcella e Giorgia Atzeni,
  • Proietto su una LIM le opere su cui ho deciso di lavorare qual giorno.
  • Proietto su un’altra LIM (ve l’ho detto sto sognano,ho tute le LIM che mi pare!)
  • Metto un sottofondo musicale adatto.
  • Leggo la poesia ritmica che ho scelto .
  • Lascio che i ragazzi s’immergano (per quanto possibile attraverso una LIM) nell’opera.
  • Coinvolgo i ragazzi in una discussione attraverso domande meieutiche (2): vi piace quest’opera? Cosa vi piace? Perché secondo voi le autrici hanno scelto quest’opera accostandola a questa parola e a questa poesia?
  • Metto a disposizione materiali: stoffe, fili, lana, cartone, pittura, tele, carte(bianca , colorata, di vari spessori), pennelli, fil di ferro di vari spessori, musica (possibilità di accedere a internet per cercare brani).
  • Mostro idee e prodotti fatti da altri (s’impara anche guardando!)
  • Offro la possibilità di lavorare in gruppo o da soli.
  • Metto a disposizione cataloghi d’arte e internet per cercare notizie.
  • Metto a disposizione me stessa, le mie competenze e le mie intuizioni.
  • Dico loro che possono produrre qualsiasi forma d’arte (pittura, scultura, danza …) purché ci spieghino come e perché ci sono arrivati.
  • Do tempo.
  • Aspetto.

Torno alla realtà!  Poiché spessissimo, non ho la possibilità di usare una LIM, faccio delle fotocopie a colori in A3 (che plastificherò così da conservarle!) delle opere (meglio più di una per opera) e le dissemino per la sala/classe.

Ci sono altri libri con i quali è possibile giocare con l’arte, eccone due tra i tanti. I miei preferiti:

  • Mitsumasa Anno, Viaggio incantato, traduzione di Francesca Scantamburlo, Babalibri, 2018 (prima edizione italiana Emme 1983). Libro bello e immersivo, quasi un silent (in realtà è un silent book, tranne per l’introduzione aggiunta nel’edizione del 2018). Nasce come frutto dei viaggi che l’artista giapponese fece in Europa tra gli anni Cinquanta e Sessanta. Nella narrazione il viaggiatore si trasforma in un pellegrino che attraversa un’Europa medievale narrata magistralmente attraverso tavole pittoriche piene di particolari. Anno si diverte ha disseminare nelle tavole elementi e riferimenti a quadri famosi (che ci svela, in parte, in una postfazione). In genere quando porto questo libro nelle classi, spillo le ultime pagine e sparpaglio in giro fotocopie a colori in A3 delle opere che Anno ha “nascosto” nell’albo, senza dire nulla. Saranno i ragazzi a scoprirle e a farsi e farmi domande.
  • Thé Tjong-Khing, Tortartè, ma la torta di che artista è?, Beisler, 2018. Silent spettacolare in cui la signora Scodinzoli, che sta guardando dei libri di arte, si addormenta e  sogna che un suo dipinto viene rubato. Tutti si lanciano all’inseguimento del ladro attraversando scenari in cui sono riprodotte opere d’arte famose (spesso presenti in contemporanea). Divertente sarà individuarle, con l’aiuto di libri d’arte, iniziando con il chiedere ai bambini: notate qualcosa di strano? Di particolare? Partendo dalle risposte dei bambini andare a cercare con loro se sono parti di opere d’arte e che opere siano (ovviamente noi dobbiamo già sapere la risposta, diversamente la ricerca diventa impossibile, ciò non toglie che potrebbero esserci opere a noi sfuggite e che il bambino/ragazzo nota). È importante avere molte riproduzioni di opere. Ottimi sono “I maestri del colore” vecchie pubblicazioni che ancora si trovano tra i libri usati e in biblioteca.

NOTE

  1. Interessante e stimolante il sito di Marianna Balducci: https://mariannabalducci.it/
  2. Per domande maieutiche intendo domande che hanno l’obiettivo di capire che cosa il bambino/ragazzo pensa e sente e non se ha capito ciò che noi vogliamo che capisca. Sono domande aperte a ogni possibilità. Ne parlano Danilo Dolci e Daniele Novara nella loro pedagogia; Chambers le chiama domande tutoriali e Blezza Picherle, domande incoraggianti.

Teresa Porcella, Danzando con l’arte, illustrazioni di Giorgia Atzeni , LibriVolanti 2019

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