Leggendo e ammirando – bisogna dire che le illustrazioni sono belle, narranti e poetiche sotto parecchi aspetti – Il gioiello dentro di me, scritto e illustrato da Anna Llenas tradotto da Claudia Presotto e editato da Gribaudo, sono stata investita da una miriadi di sentimenti contrastanti. Come figlia della nostra epoca trovo nelle parole di Anna Llenas balsamo e conforto, come studiosa di letteratura ed educatrice, mi faccio delle domande disturbanti.

L’autrice e illustratrice spagnola Anna Llenas ha una formazione multiforme e questo traspare nei suoi libri; laurea in Pubblicità e Pubbliche Relazioni, diploma in disegno grafico, specializzazione in illustrazione, infine ha studiato Psicoterapia dell’arte e Formazione psicosociale ed è anche insegnante e arteterapeuta specializzata in arte ed educazione emozionale. Nelle sue opere traspare la consapevolezza del lavoro che l’individuo deve fare per (ri)trovarsi, consapevolezza che l’autrice narra sapientemente al lettore che si sente accolto, capito, supportato e coccolato; sfugge così, al lettore, come vi sia una visone io-centrica in cui la società non c’entra se non in funzione dell’io. Questo però non è solo dell’autrice ma dell’intera nostra società di cui questo libro è lo specchio.
È interessante come notare come negli ultimissimi anni si sia infiammata la discussione intorno al concetto di unicità. Come dice la filosofa Francesca Rigotti, siamo ne L’era del singolo (1). Il discorso è complesso e ancora frutto di riflessioni. Nell’era del singolo tutti sono alla ricerca del proprio io, nel tentativo di distinguersi e nell’essere unici <<ogni singolo è dunque singolare, ognuno è speciale>> (Francesca Rigotti, L’era del singolo, Einaudi, 2021, pag 21). Giovanna Zoboli, editora e scrittrice, riguardo a questo, qualche tempo fa osservava come tale concezione dell’individuo potrebbe essere una pericolosa deriva verso il solipsismo e l’autoreferenzialità, se non addirittura un fenomeno di marketing che ci vuole tutti ego-concentrati intorno alla nostra singolarità e unicità. Zoboli non ha torto.

Anna Llenas si rivolge a te che leggi o te a cui qualcuno legge (infatti il libro può essere letto a un bambino, ma anche essere strumento di presa di consapevolezza per un adulto; i libri di Llenas sono spesso usati in psicoterapia) e racconta una vita. << Da piccoli, tutti veniamo al mondo con un gioiello molto prezioso dentro di noi>>. Questo gioiello ci spinge a esplorare, conoscere, creare <<…questo gioiello è la nostra essenza, il nostro io più vero. Ci fa sentire capaci liberi e felici, capaci di tutto>>. È nell’incontro/scontro con il mondo che a volte ci imbattiamo in persone a cui questa nostra essenza non piace, iniziamo così a nasconderla, ignorarla, coprirla. E così che ci perdiamo. E non siamo più in grado di riconoscerci, ci racconta l’autrice.
La cosa bella, ci dice Llenas, è che questa nostra essenza non va persa. È dentro di noi e possiamo recuperarla, attraverso un viaggio interiore al seguito del nostro gioiello e scegliendo bene i compagni di viaggio. Affascinante, con delle illustrazioni veramente centratissime e con un linguaggio molto ben studiato Il gioiello che è dentro di me arriva al cuore e alla pancia del lettore che, come ho già detto, si riconosce, perché tutti ci siamo sentiti, o ci sentiamo, giudicati, non amati, non apprezzati abbastanza, abbiamo pensato di meritare di più e infine pensiamo che ci siamo sconnessi dal nostro vero io a causa di chi non ha saputo riconoscere il nostro gioiello.
Ed è questa deriva verso il singolarismo e l’esaltazione di sé che mi allarma. Ancora una volta si torna a focalizzare l’attenzione sull’individuo; e se si parla degli altri, sono altri che l’io si è scelto. Tanti piccoli esseri che mi apprezzano. Il mondo fatto di persone diverse con le quali, ahimè, ci si scontra ogni giorno, scompare. Non esiste più l’altro, ma gli altri che sono come me.

<<Scegli bene i tuoi compagni di viaggio, perché in loro è riposta la chiave>>
L’autrice barcellonese non si accorge, probabilmente perché su di lei agisce l’inconsapevole culturale, che sta mettendo l’ennesimo mattone nel costruire l’era del singolo. Ho la sensazione che sarà sempre più difficile crescere persone sociali se la ricerca della felicità è solo la mia e della mia stretta cerchia. (2)
Questo è il groviglio di pensieri e riflessioni scaturite da questo libro che racconta l’epoca in cui viviamo, in cui si reagisce alla liquidità del reale e al disorientamento che ci provoca, affermando l’io e la ricerca della nostra felicità.
A volte mi viene da pensare se non sarebbe meglio (ri)costruire un tessuto sociale, diverso -perché non si torna indietro – ma pur sempre un tessuto; e se lo sguardo al proprio gioiello interiore fosse, non auto referenziante, ma trama di intrecci?
Non ho risposte. Sono in cammino.
Comunque Il gioiello dentro me è un ottimo strumento terapeutico se veicolato consapevolmente e certamente uno splendido libro con delle illustrazioni potenti.
Concludo con un’affermazione che, forse, scandalizzerà alcuni: la frammentazione dell’io, o come avrebbe detto Pirandello la Maschera (perché Anna Llenas, forse non lo sa, ma è molto pirandelliana), è un’esperienza del sociale. Se ognuno resta una monade non c’è Società. L’incontro con l’altro inevitabilmente comporta il rischio di non piacere, di sentire le proprie sicurezze venir meno, ma è proprio dal faticoso confronto all’interno del gruppo che fiorisce l’essere umano. Il bambino e il ragazzo si sente aggredito da chi non apprezza i suoi disegni (faccio un esempio banale e qualsiasi) se non ha acquisito la consapevolezza che non si può piacere a tutti. È nella famiglia e nella scuola che li si acquisisce attraverso i no, i forse, i sì però e i sì.

Sarebbe molto interessante lavorare su Il gioiello dentro me, analizzando ogni singola parola nei suoi molteplici significati per vedere se possiamo coniugare il tutto alla prima persona plurale, ma anche ogni singola immagine per osservare come l’autrice, da brava esperta in pubblicità, ci racconta quello che vogliamo sentirci dire. Concludo osservando che i gioielli che ognuno ha dentro di sé assomigliano molto ai talenti di cui parla Matteo nella celebre Parabola (Matteo 25, 14-30) citata da Rigotti riguardo al nostro sistema economico in cui i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri (op. cit. pag 15).
Tutto questo in un innocente albo? Certo che sì! Ogni libro è polisemantico e polisignificante, mai innocente.
Anna Llenas, Il gioiello dentro di me, traduzione di Claudia Presotto, Gribaudo, 2022.
NOTE:
- Francesca Rigotti, L’era del singolo, Einaudi, 2021
- Ne è un esempio la crescita esponenziale di scuole parentali e di Homeschooling.