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Mary Poppins la sciamana.

L’esperienza di libraia e di formatrice mi hanno confermato, qualora ce ne fosse bisogno, che ci sono moti personaggi della letteratura per ragazzi citati da tutti, usati come immagini di scuole e nidi, le cui effige viaggiano su shopper e valigie, sono citati in canzoni, ammiccano da magliette e ombrelli ma pochi li conoscono veramente.

Tra questi  forse il caso più eclatante è quello di Mary Poppins! Che poi se fosse nota la terribilità della tata volante, il suo profondo legame con l’Oscuro e il Luminoso, forse, non viaggerebbe su magliette e borse.

Ho deciso di scrivere su Mary Poppins perché credo che sia uno dei personaggi più affascinanti della letteratura per ragazzi e perché la sua autrice, Pamela Travers,  è pressoché sconosciuta. Travers era una donna difficile e bizzarra ma soprattutto una studiosa molto preparata che ha scritto articoli sul mito e sulla fiaba e ha curato una voce dell’enciclopedia del sopranaturale  Man, Myth &Magic di Richard Cavendish. Ha fatto scelte discutibili che sarebbero da comprendere, ha condotto una vita libera, con amori multipli, forse omosessuale, qualcuno dice bisessuale, ma forse queste sono solo chiacchiere ai margini di una personalità forte, complessa e ostica.

 Comunque questo non c’entra con la sua arte però c’entra molto con il modo in cui venne accolta dal sistema, in particolare quello Hollywoodiano, come vedremo in un altro articolo dedicato. Ora mi interessa la sua arte, il suo narrare storie e il perché le narrasse, la sua visone del mondo e dell’infanzia.

Pamela Lyndon Travers, il cui vero nome era Helen Lyndon Goff, nasce nell’ultimo anno dell’Ottocento in Australia da una famiglia di origini irlandesi; precisamente nasce a Maryborough, una cittadina portuale in quegli anni in espansione, dove arrivavano a cadenza regolare navi colme di migranti; tra questi Travers Goff, un irlandese sognatore con la testa piena di fate, creature mutaforma, racconti irlandesi e versi di Yeats: il padre di Pamela/Helen. Questo ha segnato la sua vita e la sua visione del mondo, come lei stessa racconta in una serie di scritti e di conferenze che confluirono negli anni Ottanta in What the bee know (New Paltz: Codhill Press, 1989), oggi anche in Italia grazie a Cesare Catà che lo ha tradotto e curato (vedi bibliografia).

Il padre, legato al Rinascimento Irlandese, era un grande narratore di storie e a casa Goff si era soliti scambiarsi battute letterarie; è lei stessa a raccontare che, essendo una bambina indolente, i genitori erano soliti dirle “fai uno sforzo Mrs. Dombey” tanto che la bimba pensava che Dombey fosse il suo secondo nome. Solo dopo conobbe il personaggio Dickensiano.

Pamela cresce in mezzo a leggende, narrazioni, poesie e soprattutto le fiabe dei Grimm. Tutto questo forma il suo immaginario e quel substrato di miti e leggende che nutre la sua vita, le sue idee e i suoi scritti oltre a dare origine alla figura di Mary Poppins.

Substrato che è anche alla base della sua visone dell’infanzia. Travers pensa che i bambini siano i depositari di un sapere antico che deve essere preservato attraverso la narrazione di miti e fiabe. Quel profondo legame con la Natura, che inevitabilmente andrà perso con il compimento del primo anno e il conseguente avvento del linguaggio parlato, lo possiamo ritrovare se lasciamo aperto il canale aperto dalle fiabe. Per questo nei romanzi, i piccolissimi (prima i gemelli e poi Isabella)  dialogano con gli uccellini, con il Sole e con il Vento oltre che con Mary Poppins stessa, l’unica a capirli perché <<Lei è diversa. Lei è la Grande Eccezione>> dirà di lei lo Storno parlando con i gemelli, mentre per tutti gli altri stanno lallando.

Per Travers la narrazione ha un valore salvifico: <<Le storie devono essere narrate affinché noi possiamo comprendere che, a lungo andare, prima o poi ogni uomo può diventare eroe della propria storia>> (originariamente in “Only Connect” in Quarterly Journal of Aquisitions of Library of Congress Washington, 1967 poi in La saggezza segreta delle api, pag 45). Le storie hanno anche un fondamentale ruolo di trasmissione del sapere che per l’autrice <<…si realizza non sotto forma di obbligo, bensì di racconto>> (op. cit. pag 47). Per questo motivo ritiene che non esista una letteratura per l’infanzia ma una letteratura (bella o brutta). I miti ci appartengono e sta a noi narrarli per riportali e tenerli in vita e nutrire noi stessi e i bambini.

Negli anni Venti del Novecento si trasferisce in Inghilterra e qui conosce William Butler Yeats e George Russell, amico di Yeats e sostenitore della rinascita celtica irlandese noto con lo pseudonimo di AE, con i quali si forma. I due erano discepoli e seguaci del filosofo e mistico greco armeno Georges Ivanovič Gurdjieff. Non è chiarissimo se anche Pamela Travers fosse tra i suoi diretti allievi; certamente lo conobbe e ne subì l’influenza che ritroviamo ampiamente nella trilogia di Mary Poppins.

Gurdjieff è stata una figura complessa e molto controversa; ha avuto alcuni detrattori ma molti più allievi e seguaci tra artisti, musicisti poeti e architetti anche contemporanei (Franco Battiato, tanto per citarne uno italiano). L’uomo, secondo il filosofo mistico armeno, nasce con un’Essenza che gli permetterebbe di comprendere il suo posto nell’Universo, sfortunatamente crescendo perde il contatto con l’Essenziale. Solo attraverso un pedissequo lavorio su di sé, in cui ha un posto fondamenta la danza, è possibile ritrovarlo e rimanervi in contatto.

Per Pamela L. Travers il personaggio di Mary Poppins le si è presentato perché lei lo narrasse affinché svelasse al mondo (mai Travers pensò che i suoi romanzi fossero solo per bambini) la Verità del Mito per riconnettersi all’Essenziale.

L’autrice incontra Mary Poppins nel 1926 e ne scrive un’avventura pubblicata su The Sun, un giornale locale di Christchurch (Nuova Zelanda). Tuttavia le eccentrica tata non è tipo da accontentarsi di un racconto di qualche riga.

Travers dovrà dedicarle molto più tempo. Lo farà anni dopo con la trilogia scritta e pubblicata tra il 1934 e il 1944: Mary Poppins (1934), Mary Poppins ritorna (1936) e Mary Poppins apre la porta (1944). Travers, con questi tre romanzi, chiude il periodo in cui la strana governante si occuperà dei bambini della famiglia Banks, perché come dice, rifacendosi ancora una volta a Gurdjieff e alle relazioni numeriche che strutturano il Cosmo, introducendo Mary Poppins nel parco <<…Il numero tre porta fortuna>>. Gli altri tre libri (Mary Poppins nel parco, Mary Popins in Charry Tree Lane e Mary Poppins e i vicini di casa) narrano accadimenti avvenuti durante uno dei tre soggiorni della tata presso la famiglia Banks.

I tre libri raccontano la fantastica sorte capitata a Giovanna e Michele, ai gemelli Giovanni e Barbara e alla piccola Isabella: la fortuna di aver avuto accanto Mary Poppins; perché travolgerà e stravolgerà le loro vite, lasciando e lanciando semi, sicura del fatto che daranno frutto.

La saga narra di una famiglia (i Banks) della media borghesia inglese composta da madre, padre  e quattro figli (che diventeranno cinque nel secondo volume con la nascita di Isabella).

La coppia, come si conviene a una famiglia della borghesia dell’epoca, ha del personale di servizio e ha bisogno di una tata. È così che un giorno nelle loro vite arriva Mary Poppins.

Da dove arrivi e come abbia saputo che c’era bisogno di lei, nessuno lo sa.

Infatti Mary Poppins arriva sempre inaspettata (tranne che dai bambini che sono sicuri che tornerà) e con una modalità che ha del “magico”.  Nel primo, arriva in una giornata ventosa <<…Gli alberi, agitandosi e curvandosi nella luce incerta, sembravano impazziti, sembravano danzare con le radici fuori dalla terra…Appena la figura ebbe oltrepassato il cancello sembrò che il vento la sollevasse portandola in volo alla casa… e come ebbe posto piede a terra l’intera casa si scosse>> (Mary Poppins, traduzione di Letizia Bompiani, Bompiani, 1961) In Mary Poppins ritorna, arriva su una nuvola tirando l’aquilone di Michele e in Mary Poppins apre la porta, arriva su una stella. Giunge sempre non chiamata e va via all’improvviso, nessuno sa cosa faccia nel frattempo, nessuno sa da dove venga e cosa abbia fatto prima di entrare nella vita dei bambini Banks. Tutto è mistero in lei.

Sappiamo per certo che ha legami con esseri appartenenti al mito e al fiabesco. A lei s’inchina il Sole che la invita a danzare (II cap. VII), parla con gli animali,  per il suo compleanno si organizzano feste nei boschi e gli animali pacificati stanno gli uni accanto agli altri danzando (ancora una volta) (I cap. X). La danza, anche nella sua versione danza rotante, è un elemento presente e fortemente simbolico nei tre libri di Mary Poppins, proprio per quel valore salvifico attribuitole da Gurdjieff. Così come sono presenti i capovolgimenti a testa in giù.

Di Mary Poppins si dice che fosse amica di Nettuno (III cap. IV) e infine Mary Poppins ha stretti legami con il vento e il volo. Non solo arriva spesso volando o trasportata dal vento, ma va via volando e molte sono le volte che ascende al cielo. Se Bergsten (vedi bibliografia) vede nel volo di Mary Poppins un legame con il sogno, io sono più propensa a pensare al volo degli sciamani che è volo mistico che apre le porte della conoscenza e della consapevolezza, come nel capitolo Palloni e palloni (II cap. 8), in cui c’è una vecchia che vende i palloni; su ogni pallone c’è il nome di chi lo acquista.

<<Ma sei stata tu che vi hai scritto sopra i nostri nomi? – Domandò Michele – Io? – chiocciò la vecchia – No certo  – Chi, allora? – Fammi un’altra domanda…tutto quello che io so è che i nomi son là scritti. E c’è un pallone per tutti al mondo basta scegliere come si deve>> (Mary Popppins ritorna, traduzione di Letizia Bompiani, Bompiani Edizioni, 1961). Il volo con i palloni permette, se si sceglie “come si deve”, di conoscere se stessi.

Spesso nel volo coinvolge i bambini e altri personaggi e volare diventa un’attività sociale. In Palloni e Palloni non solo i bambini Banks comprano un pallone, ma anche il sindaco, l’ispettore di polizia, la signorina Lark e molti altri; lo stesso accade quando bambini e adulti cavalcano le canne da passeggio di menta (III, cap. V). Non ci sono differenze di età o di ceto, il volo è un’esperienza di stravolgimento del quotidiano che grazie alla mediazione di Mary Poppins avviene per tutti, come accade nei riti. Ed è lei a officiarlo.

Mary Poppins appartiene al mito e arriva nella vita dei bambini Banks per consentire a Giovanna e Michele, e conseguentemente ai gemelli e a Isabella, d’incontrare la potenza del Mito, del Meraviglioso e del Mostruoso, perché abbiano una crescita completa e, mi piace crederlo, siano adulti migliori in grado di essere a loro volta spiriti guida. Travers sa che il mondo ha bisogno di spiriti Guida, che tengano aperta la porta, per potersi salvare. Sa che ciò che vediamo ogni giorno e esperiamo è solo una parte della Verità e che le radici sono al di là della Soglia. Sa che solo comprendendo il profondo legame del Tutto, possiamo salvare noi e la Terra; così Hamadryad, il serpente che dispensa saggezza, dice a Michele e Giovanna durante la danza per il compleanno di Mary Poppins <<…Siamo tutti fatti della stessa stoffa…La stessa sostanza ci compone – l’albero in alto, la pietra in basso, l’uccello, la bestia, la stella tutti siamo uno, tutti ci muoviamo verso lo stesso fine. Ricordatene, bambino, quando non ti ricorderai più di me…>> (I cap. X)

La saga deve essere narrata e arrivare agli uomini per dire a tutti i lettori che ogni bambino e bambina dovrebbe avere la fortuna di incontrare uno spirito guida come Mary Poppins che lo /la inizi ai misteri profondi dell’esistenza perché la sua vita sia più piena e vera e possa diventare un buon adulto. Travers pensava anche che tale daimon non potesse essere un genitore, perché troppo vicino e coinvolto, e dovesse essere una figura esterna. Un Maestro. Questo è un elemento importante per capire questi romanzi e la loro profonda modernità, altra caratteristica che li avvicina al mito.

Mary Poppins è il Maestro che tutti i bambini dovrebbero incontrare. Accogliente e per certi versi rassicurante (c’è sempre, non promette ciò che non è sicura di mantenere, non dice bugie ) è nello stesso tempo destabilizzante con le sue domande-affermazioni. Coinvolge i bambini in mille esperienze, alcune anche “pericolose” e a contatto con la Natura, senza mai dare spiegazione e senza mai rispondere alle domande, offrendo piuttosto spunti di riflessione. Trascina i bambini a fare visita a parenti e amici e ognuno offre ai piccoli un aspetto dell’esistenza e un’esperienza formativa. Giovanna e Michele imparano facendo e relazionandosi con il mondo; non si parla mai di fare lezione. I momenti difficili, i cui Michele o Giovanna fanno le “bizze”, sono risolti da Mary Poppins permettendo al bambino o alla bambina di vivere da soli un’esperienza magica e risolutrice (I cap. IV e II cap. III).

Mary Poppins è il maestro e lo sciamano che mostra la strada e indica il mondo. Poi quando è arrivato il momento, vai via, attraversa la porta per non tornare mai più. Non serve.

Perché Mary Poppins si reca proprio presso i Banks? Walt Disney pensava(come è chiaro nel suo Mary Poppins e come chiarirò in un altro articolo) che la tata fosse arrivata a salvare Mr Banks, ma questo è assolutamente sbagliato. L’autrice lo dice chiaramente ed è evidente a chiunque legga la saga. A Travers gli adulti non interessano e, a parte i parenti di Mary Poppins e qualche personaggio di passaggio, sono assenti nei suoi libri. In particolare i genitori, sono quasi completamente assenti. Questo perché l’iniziazione deve avvenire senza di loro e non perché Travers racconti l’Inghilterra d’inizio secolo scorso in cui l’alta borghesia era solita avere la Nursery, quello le facilita solo il compito. Altri hanno pensato che Mary Poppins arrivi presso i Banks per mettere ordine. Entrambe le interpretazioni peccano di una visone adultocentrica.

Personalmente credo che Mary Poppins si rechi presso i Banks per svolgere il proprio ruolo di guida. Altre guide, con altri nomi saranno da altri bambini. Alcune le incontriamo ancora oggi, seppure nella confusione di un mondo che sembra sempre più sganciato dal mito e dal magico. Alcune “Mary Poppins”  sono e sono state uomini.  

Nota: le date si riferiscono agli anni di pubblicazione in Uk

Bibliografia:

  • Pamela L. Travers, Mary Poppins, illustrazioni di Mary Shepard, traduzione di Letizia Bompiani, Bompiani, 1961
  • Pamela L. Travers, Mary Poppins ritorna, illustrazioni di Mary Shepard, traduzione di Letizia Bompiani
  • Pamela L. Travers, Mary Poppins apre la porta, illustrazioni di Mary Shepard, traduzione di Letizia Bompiani e Clotilde Riccardi, Bompiani 1996.
  • Pamela L. Travers, Mary Poppins nel parco, illustrazioni di Mary Shepard, traduzione di Bruno Oddera, Bompiani, 1996.
  • Pamela L.Travers, Mary Poppins e i vicini di casa, illustrazioni di Mary Shepard, traduzione di Giorgia Grilli, Fabbri 2002.
  • Giorgia Grilli, In volo dietro la porta, Società Editrice Il ponte Vecchio, 1997.
  • Staffan Bergten, Mary Poppins tra mito e realtà, traduzione di Cristiana Ambrosetti, Emme, 1980.
  • Pamela L. Travers, La sapienza segreta delle api, traduzione di Cesare Catà, Liberilibri, 2019.
  • Jonathan Gottschall, L’istinto di narrare, traduzione di Giuliana Olivero, Bollati Boringhieri, 2014. 

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