Sono stata una bimba prematura. Non ricordo nulla e pochi sono i racconti della mia famiglia. Mio padre, persona discreta, non ne ha mai parlato; mia madre, con le sue difficoltà relazionali, ha raccontato brandelli inutili, spesso misti a cose inventate. L’unica a raccontarmi qualcosa è stata la mia nonna paterna: l’infermiera che esce dalla sala parto scuotendo la testa, il suo pianto di donna che ha perso un figlio appena nato, la corsa in ospedale per mettermi in incubatrice, le giornate a fare avanti e indietro.
Il mio cervello non ricorda. Il mio corpo, sì, mi dicono gli psicomotricisti. Per questo, e per molto altro, quando un paio di anni andai alla libreria L’Altra città (https://libreria.laltracittaroma.com/) di Roma, per un incontro con Monica Morini che parlava di Qui ci sono le altalene, mi sono commossa.
E’ stato come se per la prima volta quella mia parte di vita fosse riconosciuta. Ero io quella bambina che aveva deciso di <<…ricordare questo sentiero di parole…>> e di seguirlo. Io avevo attraversato il Bosco di Smeraldo.
Qui ci sono le altalene (testo di Monica Morini, illustrazioni di Eva Sánchez Gómez, Edizioni Corsare, 2018) è una splendida ballata sulla vita. È un richiamo che accarezza, con la voce e la narrazione, i piccoli e racconta che cosa c’è qui e perché vale la pena svegliarsi da questa parte.
Monica Morini ha chiesto, ai bambini che incontrava, che cosa avrebbero voluto dire a quei bimbi che nati prima del tempo, stavano in bilico.
<<…Perché vale la pena svegliarsi da questa parte? Cosa c’è qui? Perché il tuffo nella vita>>
Ne esce un inno alla vita! Quella vita che è fatta di mille piccole cose, di denti che cadono per ricrescere, di splendidi colori con i quali disegnare, di babbi e mamme da coccolare. Una vita quella narrata da Morini e dai bambini, fatta anche di sbagli e di divorzi, perché a volte è necessario avere <<la libertà di dire quando hai sbagliato>>.
Un albo bellissimo, illustrato da Eva Sánchez Gómez.
Gómez fa molto di più che illustrare le parole di Monica Morini! Crea una narrazione parallela che racconta un viaggio entusiasta verso la vita.
La corsa e l’attraversamento di molti luoghi e molte soglie, foreste e mari; narra di danze e saluti per arrivare qui, nella vita.
Se fossi un’insegnate di scuola Secondaria di Secondo Grado, non avrei dubbi a portarlo in classe.
Non che prima non si possa leggere, è che penso che un inno alla vita così passionale, possa affascinare chi, affamato di vita, si affaccia all’età adulta.
Chiederei ai ragazzi: << perché vale la pena di svegliarsi da questa parte?>>. Poi cercherei dentro di me la forza di accogliere le loro risposte e nutrire le loro speranze. La forza che mi viene anche da quel passaggio compiuto svariati decenni fa.
17 novembre: Giornata Mondiale del Bambino Prematuro.
Se volete conoscere meglio Monica Morini: https://www.teatrodellorsa.com/la-compagnia/monica-morini/. Di quest’autrice, Edizioni Corsare ha pubblicato anche il bellissimo A ritrovar le storie, finalista al Premio Andersen, 2015.
Se volete conoscere Eva Sánchez Gómez: https://www.evasanchez.cat/. Di quest’artista Edizioni Corsare ha pubblicato Dimenticare Berni, di cui ho parlato qui: http: https://storiegirandole.it/cio-si-immagina-reale-parola-berni/
Monica Morini, Qui ci sono le altalene, illustrazioni di Eva Sánchez Gómez , edizioni Corsare, 2018