Non si può assolutamente non amare Vivien, il protagonista di Diario di un ragazzo invisibile, scritto da Hélène Vignal tradotto da Mirella Piacentini e editato da Camelozampa.
Dotato di un’ottima dose di ironia Vivien ci racconta la sua vita di ragazzo che ogni tanto diventa invisibile. Circondato da un’incredibile quantità di parenti tra fratelli, cugini zii e zie, tanto che non si riesca ricordarsi chi è marito (o moglie) di chi – cosa che prontamente Vivienne ci ridice commentando <<le gemelle, le figlie di Chloé, se ci fosse bisogno di questa precisazione>> – il giovane protagonista di questa storia cerca di barcamenarsi nel caos famigliare.
Vivien ha due bizzarre caratteristiche: un mal di piedi che lo accompagna da quando ha iniziato a camminare, liquidato dal medico come “capriccio” e il “dono” di diventare invisibile; peccato che non riesca a gestirlo e quindi non se ne può giovare più di tanto. Lo scopre e lo capisce casualmente intorno ai 10 anni e da allora ha un diario, chiamato Il mio registro, nel quale appunta tutto; soprattutto le sue ricerche sull’invisibilità che partono da personaggi “inventati”, come Daniel Westin, il protagonista di una serie televisiva che aveva trovato il modo di rendersi invisibile e il più noto e famoso Harry Potter che diventa invisibile con il suo mantello. Vivien appunta tutte le sue considerazioni sull’invisibilità (e sulla vita)
Tra il costante mal di piedi e le sue ricerche, Vivien prova a crescere.
Il giovane protagonista cerca disperatamente un compagno di viaggio, qualcuno con cui condividere il suo “dono”. Dopo aver scartato i personaggi inventati, come Daniel Westin e Harry Potter (che comunque per scomparire fa uso della magia mentre il nostro scompare senza alcun oggetto o formula magica, ma in maniera incontrollata), Vivien si mette a cercare persone reali. Cerca di coinvolgere un tipo in Giappone, anche se non è facile per un ragazzino non ancora undicenne arrivare in Giappon. Poi scrive a un ragazzo statunitense.
Ma non riceve risposte degne di essere considerate. Finché un giorno, nella sua alquanto caotica casa -<<Magari facessero un concorso per la famiglia più grande nella casa più piccola…>> e ancora <<… non ce ne intendiamo molto di tristezza in famiglia, siamo troppi…>> – non capita uno strano individuo dai capelli arruffati e le gambe storte e le cose sembrano cambiare. I piedi cominciano a fare meno male.
Un romanzo pieno di ironia, leggero e divertente ma anche profondo e pieno. Una storia di crescita che racconta come sia necessario essere accolti e ascoltati (e non solo sentiti) per esserci e sentirsi.
Hélène Vignal, classe1968 è tra gli autori più prolifici della letteratura francese per bambini e ragazzi. In Diario di un ragazzo invisibile riesce a narrare con una tale leggerezza che ci si innamora di Vivien della sua profondità e del suo sagace senso dell’umorismo.
Hélène Vignal, Diario di un ragazzo invisibile, traduzione di Mirella Piacentini, Camelozampa, 2022.