Storia Funambola di Chiara Ingrao, illustrato da Davide Aurilia e edito da Edizioni Corsare, è un inno all’immaginazione.
Amo profondamente quella capacità che hanno i bambini di immaginare mondi paralleli e di viverci dentro.
Stella, che da grande vuole fare la funambola, fa proprio questo: immagina storie e avventure i cui protagonisti sono i suoi giocattoli.
Grazie ai regali della zia, che non crede affatto che le bambine debbano sempre giocare con le bambole o vestirsi di rosa, Stella ha costruito con i Lego una bellissima Terra Funambola con una casa funambola. Mancano però gli abitanti! La zia le regala i suoi vecchi paciocchini (questa zia potrei essere io che ho ancora i miei!). Così comincia l’avventura di Stella e dei vari pacciocchini (chiamati per brevità Pac+ il colore del vestito) nella Terra Funambola, alla ricerca di Bebe-Paciocchino, che è scomparso.
Funivie e burberi bigliettai, la Pastora, Briganti, Pirati e tanti altri personaggi, ci trasportano in una spericolata avventura che sovverte molti luoghi comuni e molti stereotipi.
Chiara Ingrao costruisce una storia che stravolge gli stereotipi su i colori e di genere. Una storia dove trionfa l’amicizia, l’amore, la cura dell’altro e la voglia e la tenacia di cavarsela. Molte le figure interessanti perché se Stella può decidere di essere tutto ciò che vuole, e non solo una brava bambina vestita di rosa, anche Primo Brigante, può decidere cosa vuole essere e cosa vuole fare, liberandosi da ciò che altri hanno deciso per lui !
<< Lentamente, con grandissima calma, gettò a terra lo schioppo e i pugnali, il cinturone con le pistole, tutte le armi>>.
E sceglie di rimanere con i paciocchini che ormai chiama “i miei bambini”.
Secondo Brigante, innamorato della Pastora è ricambiato e insieme con lei decide di vivere una vita avventurosa.
Perché, ci dice Chiara Ingrao, noi possiamo e dobbiamo decidere chi diventare, al di là del genere e dei ruoli imposti dalla società.
Interessanti le illustrazioni di Davide Aurilia, che ci restituisce una Stella non stereotipata, grintosa e allegra e per dirci che è tutto vero ma finto dissemina nei boschi pezzi di lego.
Molte le attività che posiamo proporre per sostare nella storia e per riallacciarne i fili, data la sua trama intrecciata e non semplicissima.
Questa è veramente una storia che si presta al dialogo con i bambini.
- Partite dai loro giochi d’immaginazione, raccontate i vostri e aiutateli a tirar fuori le loro impressioni sulla storia.
- Fate giochi teatrali che sovvertano i luoghi comuni su i ruoli di genere, come ad esempio un mimo dei mestieri (è necessario prima lavorare su i propri stereotipi!)
- Inventate insieme, in classe, una storia con i giochi presenti (questo gioco lo dovete rimandare, lo so!)
- Versione due del gioco di sopra: coinvolgete le famiglie e fatevi mandare una foto di un gioco di ogni bambino e lavorate con le immagini.
- Versione tre del gioco di sopra: usate i cataloghi dei negozi di giocattoli (io li igienizzo spruzzandoli di alcol e facendoli asciugare).
Chiara Ingrao, Storia funambola, illustrazioni di Davide Aurilia, Edizioni Corsare, 2020.