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Quelle parole mi facevano venire il prurito al cuore.

Come parlare di Gandhi senza scadere nell’agiografico?  Come raccontare questa importante e grandiosa figura del Novecento mettendo in risalto la sua umanità ma anche le sue contraddizioni? Non è facile nella nostra epoca che tende a vedere, vivere e descrivere tutto o bianco o nero.

Non facile raccontare questa figura su cui si è detto tanto, troppo e, a volte, a sproposito. Usato da varie forze politiche per portare acqua al proprio mulino. Usato e abusato con migliaia di citazioni molte talmente decontestualizzate da perdere significato. È accaduto con Gandhi sta accadendo per altri. È fondamentale recuperare la concretezza di questi grandi che hanno fatto la storia dell’Umanità.

In Gandhi, pubblicato da San Paolo Edizioni, Chiara Lossani, ci riesce facendo raccontare il Mahatma da sette ragazzi che, nella finzione letteraria, lo incontrano durante la sua vita. Ne viene fuori una figura umana e piena di dubbi; lui stesso diceva di essere uno sperimentatore, di provare e di essere in cammino.

Lossani utilizza fonti vere e le figure dei ragazzi e delle ragazze sono assolutamente plausibili.

Da Khoi che lo incontra sulla banchina di una stazione il giorno in cui Gandhi, allora giovane avvocato ventiquattrenne, sale sul treno nella carrozza di Prima Classe e viene gettato fuori perché indiano. Il fatto, realmente accaduto e riportato in La mia vita per la libertà, è raccontato da Khoi che vendendolo poi risalire si chiede se quell’omarello piccolino e occhialuto non sia matto.  Da Ganghi Khoi imparerà l’importanza di combattere la vigliaccheria, la potenza della Verità,  la forza dell’opposizione nonviolenta e il valore delle radici.  Nelle parole di Kholi c’è stupore e a volte quasi ilarità.

 <<…Io ero confuso, non capivo: Gandhi avevo lo sguardo di un capotribù, ma era solo un coolie che era stato scaraventato giù da un treno…>>   

L’ilarità di Khoi non è sarcasmo ma sorpresa nel vedere quest’ometto che gentilmente ma con fermezza si oppone a un sistema razzista come quando a un olandese, che lo chiama sami credendo di insultarlo,  Gandhi risponde

<<Forse non sapete signore che sami, nella nostra lingua vuol dire padrone ma io non sono vostro padrone, e voi non siete il mio.>>

Poi c’è Laxmi che ci racconta l’azienda agricola fondata da Gandhi in Sudafrica. Gli occhi di Laxmi non sono benevoli, lei non vuole stare lì, vuole tornare in città e vivere, come le sue compagne, una vita fatta degli agi e dei privilegi propri della sua casta. È scandalizzata dal fatto che Gandhi parli con gli Intoccabili. E poi quest’uomo è strano, accoglie le donne come gli uomini, insegna a tutti indistintamente e parla di uguaglianza <<…però comanda sugli altri, ma se loro non avessero voglia di fare quello che dice lui?>>. Laxmi è infastidita da quest’individuo che sembra affascinare tutti! Eppure più passano i giorni più ha la sensazione di assistere a qualcosa  <<…di tanto nuovo che non riuscivo a dargli un nome>>.

Così di narrazione in narrazione, Lossani ci racconta il carisma e la forza pacifica di questa figura importante per la storia dell’India ma anche per l’occidente, le sue battaglie, i suoi dubbi, ma anche le sue contraddizioni e i suoi fallimenti.

Quello che lega questi ragazzi e queste ragazze è lo stupore nel vedere <<un uomo buffo, vestito solo con un paio di calzoni corti e uno scialle>> che fa cose talmente incredibili e folli che <<…il mondo pareva essersi messo a testa in giù.>>

Gandhi il Mahatma, ovvero Grande Anima, ma anche Bapu, Padre, visto da dei ragazzi che ne subiscono il fascino e la capacità attrattiva ma ne vedono anche alcuni aspetti buffi e contraddittori.

Bel romanzo da mettere nelle Biblioteche Di Classe.

Chiara Lossani, Gandhi, San Paolo Edizioni, 2022.

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