Alex Cousseau ci ha abituati a una prosa poetica e ironica. Uno sguardo tagliente e gentile contraddistingue le sue storie.
In Murdo. Il libro dei sogni impossibili, traduzione di Simone Barillari, illustrazioni di Èva Offredo, edito da L’ippocampo, Cousseau ci racconta la storia di uno Yeti o meglio è lo Yeti che ci parla raccontandoci i suoi sogni (impossibili?). Innanzitutto il sogno impossibile di esistere.
<< Dicono tutti che gli Yeti non esistono. Eppure eccomi qui>>.
Murdo, con la sua dolce irriverenza e la sua ironia, sembra sfidare l’Uomo e le sue pretese di catalogare tutto secondo suoi schemi definitori. Alla figura dell’abominevole uomo delle nevi oppone se stesso e il suo modo disincantato di guardare al mondo. E i suoi sogni, forse, impossibili.
Murdo gioca con le parole, con il loro suono e il loro significato, per costruire mondi immaginari e folli dove i sorrisi sono amache accoglienti e tutti si portano dietro una piccola giungla portatile così da sentire cantare i pappagalli e annusare i profumi di fiori e frutti sconosciuti.
Murdo lo yeti, che l’Uomo ha deciso che non esiste, stila una lista di desideri impossibili che sono pillole di filosofia e rivelano una gioiosa e tenera visione del mondo, solo apparentemente semplice, in realtà profonda complessa.
Il piccolo yeti ci insegna che la vita è fatta di piccoli sogni folli e che sono questi che ci permettono di guardare la realtà da altre angolazioni, a volte salvifiche. E, forse, di renderla migliore.
<<Ho sempre sognato di attraversare uno specchio…aspetterei che qualcuno si mettesse lì davanti…si metterebbe a urlare…dietro lo specchio, io riderei moltissimo>>.
Cousseau usa una prosa piena, semplice e scorrevole, costellata di frasi sconnesse che ti s’infilano in testa perché intrise di vita e poesia.
<<…e la O dove è andata? Ricordo di aver temuto che si fosse attaccata al mio nome. Non avevo nessuna voglia di chiamarmi Muordo>>
<<Ho due sedie. Sulla prima ho dipinto un paesaggio: la sorgente di un fiume. Sulla seconda ho dipinto un altro paesaggio: la foce del fiume…ed è lì che mi siedo io…tra le due sedie. Con il sedere nell’acqua>>.
Questo piccolo e buffo yeti ci mette di fronte al fatto che siamo fatti anche e soprattutto di desideri impossibili e folli e che rinunciandovi, in nome di una poco chiara efficienza, finiamo con reprimere noi stessi. I sogni, per quanto folli e impossibili, nutrono la nostra vita. Inoltre qualsiasi cosa è impossibile fino a prova contraria e solo il fatto di poterla sognare, la rende realizzabile, magari in un modo bislacco, parziale o solo per un attimo.
Murdo lo yeti ci inviata a stupirci e a meravigliarci per costruire la realtà.
Le riflessioni poetiche dello Yeti Murdo, sono arricchite dalle illustrazioni di Èva Offredo, che giocando su tre colori (azzurro, rosso, marrone) oltre al bianco dello sfondo, sottolinea l’ironia buffa della parola di Cousseau, la poesia e la giocosità di Murdo
Riflessioni sconclusionate e piene di domande. Murdo è un libro che ti lascia domande dentro.
Penso che questo gioiellino sia adatto a tutti.
Alex Cousseau, Murdo. Il libro dei sogni impossibili, illustrazioni di Èva Offredo, traduzione di Simone Barillari, L’Ippocampo, 2021