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Che settimana con Tess!

Ci sono libri che quando li leggi ti entrano dentro e, quando li finisci, ti dispiace lasciare . Tess e la settimana più folle della mia vita di Anna  Woltz, illustrazioni di Regina Kehn, tradotto da Anna Patrucco Becchi e edito da Beisler Editore, è questo tipo di libro. Lo finisci e vorresti ricominciare a leggerlo, vorresti portartelo dietro ancora. Recensirlo è una bellissima occasione per coccolarmelo ancora un po’.

Straordinario, costellato di filosofia, ironico e commovente, narra la storia di Samuel che è in vacanza con la sua famiglia nell’isola di Texel e del suo incontro con Tess che nell’isola vive con la madre.

Tess non conosce suo padre perché la madre ha scelto di non condividere la vita e la genitorialità con l’uomo che l’ha resa tale. Tuttavia la ragazza non è d’accordo ed escogita un piano per attirare il padre (che non sa di esserlo) a Texel.

Proprio mentre il tutto sembra prendere forma e l’uomo è in arrivo sull’isola, Tess conosce Sam e lo coinvolge nel suo strampalato piano.

Samuel e le sue mille domande, le sue elucubrazioni sulla vita, sulla morte, sugli adulti e su i rapporti famigliari, è  travolto da questa buffa ragazzina che vuole ballare il Valzer e imparare lavorare il legno.

L’incontro tra Tess e Samuel e l’organizzazione della settimana di vacanza per Hugo (questo il nome del padre; non vi racconto il piano di Tess, lo scoprirete) ci regalano un romanzo brioso e profondo, intriso di leggerezza filosofica in cui si parla tanto di morte ma anche tanto di vita e di amore.

Si parla anche molto di genitorialità. Ed è una cosa che trovo interessante. Anna Woltz, attraverso i dialoghi tra Tess e Samuel e tramite le riflessioni di quest’ultimo, ci racconta una genitorialità sempre meno sicura e granitica nella sua immagine ma affettuosa e pronta al dialogo. E se la madre, portandosi dietro i suoi pregiudizi sugli uomini, ha scelto per Tess, si rivela comunque una persona disponibile al confronto e a cambiare.

Sono belle le figure degli adulti in questo romanzo.  Appaiono complesse e profonde. Non sono degli adulti canonici e smantellano i pregiudizi che vogliono che un padre (o una madre) risponda a certe caratteristiche.

<<Eravamo un uomo, una donna e due bambini, ma questo non significava che sembrassimo una famiglia. Hugo portava…scarpe da ginnastica con lucine lampeggianti. Elise aveva tra i capelli rossi una corona di erba delle dune intrecciata da lei. Se fossi stato un poliziotto e avessi voluto chiedere qualcosa, mi sarei rivolto di sicuro a Tess e a me>>

Il padre di Tess nonostante non appaia un adulto, secondo i pregiudizi che tutti ci portiamo dietro, si rivela una figura gigantesca, perché, sembra dirci l’autrice, chi lo dice che un padre non può portare improbabili magliette e scarpe con le luci? Questo lo rende meno padre? O meno affidabile?

Bella la figura del vecchio Hendrik la cui amicizia porta Samuel e Tess a riflettere sulla vita, sulla vecchiaia e sulla morte; e bello l’atteggiamento di cura che loro hanno per lui.

Woltz non fa prediche, non fa moralismi e non insegna, racconta.

Come possiamo aiutare i ragazzi a sostare nella storia e offrire l’occasione di scoprire la ricchezza di questa giovane autrice olandese che raccontando ci rivela tanto della vita?

Un’attività interessante che possiamo fare anche in questo periodo difficile è questo gioco teatrale (questo gioco è l’adattamento di un’attività proposta da Sigrid Loos in Viaggio a Fantàsia, EGA, 1991):

  • Disponetevi in semicerchio.
  • Dite ai ragazzi che chi vorrà potrà entrare nel semicerchio (in scena) interpretando con gesti, camminata e voce un padre o una madre, raccontando poi ai compagni com’era vestito o vestita il personaggio interpretato.

Che cosa accadrà? È probabile che ci sia una certa ilarità. Che cosa ci fa ridere? Perché è buffo quel personaggio? Si discosta dall’immagine che abbiamo di un genitore? Che cosa pensiamo dei vari tipi di genitore? Perché lo immaginiamo così? Cosa ci aspettiamo dagli adulti?

Sempre valida l’attività di dialogo ricordandoci di porre domande aperte e maieutiche e accogliere le varie interpretazioni, purché il ragazzo o la ragazza le motivino.

Anna Woltz, Tess e la settimana più folle della mia vita, illustrazioni di Regina Kehn, traduzione di Anna Patrucco Becchi, Beisler, 2020

Tess e la settimana più folle della mia vita può essere anche ascoltato, letto da un professionista, scaricando l’App apposita: https://www.beisler.it/leggi-ascolta/

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