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Emma sulla Tour Eiffel

Siamo a Parigi nel 1889, tra marzo e maggio. In città non si parla d’altro che della grande torre di ferro che l’ingegnere Gustave Eiffel ha progettato. Farà da entrata all’esposizione Universale che quell’anno si terrà nella capitale francese. La città è in grande fermento, l’esposizione è l’occasione per mostrare i progressi nei vari settori dell’industria. Si sperimenterà su vasta scala l’uso dell’elettricità come fonte di energia alternativa al vapore. Una rivoluzione!



Ed è una rivoluzione non solo industriale ma che andrà a interessare l’arte, la letteratura e la musica. Siamo alle soglie di un nuovo millennio e l’avvento dell’elettricità cambierà per sempre la vita dell’Umanità.

Emma ha 16 anni, vive a Parigi ed è una ragazza dai grandi sogni. Il padre, un uomo pragmatico e concreto, ha aperto nella Ville Lumiere un bistrot-vineria ed è aiutato dal fratello, un ragazzone anche lui molto concreto, grande esperto di vini.

Il destino di Emma è segnato come quello di molte ragazze dell’epoca: matrimonio con un bravo ragazzo che entri nella società di famiglia. Studi ridotti al minimo necessario.

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Ma Emma ha altri sogni. Legge Jule Verne e rimane affascinata dalla visionarietà dello scrittore di Nantes. Studia rapita su i libri che le presta il libraio Losfeld a cui porta ogni giorno il pranzo. Vuole studiare le macchine elettriche ed entrare nel nuovo secolo a gamba tesa. Ahimè, in quegli anni era assai difficile che una ragazza potesse entrare all’università e, sebbene non ci fosse una legge che lo impediva, erano pochissime le donne che si laureavano, soprattutto in materie scientifiche (1).

Emma ha idee, studia, disegna macchinari, progetta, calcola, purtroppo è fuori dal mondo dei grandi scienziati, è donna, e non particolarmente ricca, e non conta. La sua piccola rivoluzione (non importa che Emma sia un personaggio letterario; la storia e piena di piccole Emma), però, ha aperto la strada a tutte noi.

Frizzante, affascinante come il secolo di cui parla, Il secolo elettrico, narrato con le parole da Sergio Rossi e con le illustrazioni da Otto Gabos  e editato da LibriVolanti Editore, è un bel romanzo che ci offre uno scorcio di qual grande momento folle ed entusiasta che fu la fine del XIX secolo e l’inizio del XX, secolo che vedrà nascere l’elettricità e con essa molte delle invenzioni che hanno rivoluzionato la nostra vita; una per tutte, il cinema (1905).

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Mi è piaciuto questo romanzo perché vi sono accuratamente ricostruiti il periodo storico e l’atmosfera che si respirava in quegli anni. Emma è un personaggio straordinario e la fine (che non vi svelerò!) è quella che doveva essere.

Le illustrazioni di Otto Gabos ci mostrano tutta la straordinarietà della Parigi dell’epoca, i sogni di Emma e la sua caparbietà.

Il secolo elettrico ci offre un’ottima occasione per provocare domande e far sedimentare il pensiero.

Fa parte della collana Rivoluzioni che si è posta l’obiettivo di raccontare ai ragazzi e alle ragazze le grandi rivoluzioni che hanno cambiato la vita degli uomini e delle donne, intrecciandole con le rivoluzioni portate avanti da chi in quegli anni era ragazzo.

La collana è ideata e diretta da Teresa Porcella e ha vinto il Premio Andersen 2018 come miglior collana di narrativa.

NOTE:

  1. In Italia, come credo in Francia (non sono riuscita a trovare notizie precise su quest’ultima) non era vietato alle donne accedere all’Università, ma di fatto erano scoraggiate dalla famiglia e dalle consuetudini. Coetanea di Emma era Maria Montessori ( se Emma nel 1889 aveva 16 anni era nata nel 1873; Montessori era nata nel 1870) che si laureò in medicina.

Sergio Rossi , Otto Gabos, Il secolo elettrico, LibiVolanti Editore, 2020

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