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Se Finnicus è una strega

Davide Sarti è un giovane autore esperto di manga e questo è il suo primo romanzo. Esordisco così perché, a mio parere, Le streghe del Mezzanotte edito da Edizioni Corsare è proprio un bel libro. E lo è ancora di più essendo un’opera prima.

È bello perché non è scontato o banale. Le streghe di Sarti sono persone che sanno entrare in contatto con i Poteri della Natura ma nella vita sono il nostro vicino di casa o la fruttivendola; non è una formula nuova, nuovo è il modo in cui Davide Sarti usa questa trama. Insomma Le streghe del Mezzanotte è misterioso, inquietante, pieno di streghe e sortilegi eppure ben radicato nella realtà. Racconta di noi e delle nostre relazioni. Racconta la voglia di conoscere e cambiare le cose e di non sottostare a ruoli predefiniti. Parla di dolore e amore.

Finnicus ha quattordici anni, frequenta la prima superiore. Vive con la nonna da quando, cinque anni prima la madre è morta in circostanze poco chiare.

Finnicus pensa di essere una strega come la madre, nonostante che di streghe maschio non si parli mai ed è convinto che la morte della madre sia poco chiara. Per questo motivo si reca al pub Il Mezzanotte, dove ricorda di essere stato da piccolo con la mamma, deciso a scoprire com’è morta la donna e recuperare i suoi poteri stregoneschi che, a suo dire, sono scomparsi con  il lutto. Non sarà facile; le streghe non lo vedono di buon occhio perché maschio (e forse nn solo). Lo considerano incapace e pericoloso; i cambiamenti spaventano.

La testa di Finnicus è un groviglio di dubbi e domande! La madre è morta in un incidente oppure è stata uccisa? Di tutte le donne e ragazze che frequentano il Mezzanotte di chi può fidarsi? Della strana e oscura Liviana? Dell’ostile Violante? Dell’accogliente Norma? Niente è come sembra eppure tutto sembra assolutamente normale. Accanto alle notti passate a superare pericolosissime prove per dimostrare di avere i Poteri, ci sono le normali giornate di Finnicus a scuola. Norma infine è una dolce e rotondetta anziana signora e Finnicus uno studente alle prese con i compiti in classe.

Un romanzo che racconta di riti e terribili prove, di formule e libri segreti, in una città in cui tutto prosegue nell’assoluta normalità e tutti hanno il loro ruolo formale, ma poi dietro le tende, nelle case, nei boschi o dietro i palazzi, una radura si trasforma in un cerchio sacro per iniziandi, la capanna abbandonata da qualcuno, un luogo dove sperimentare pietre magiche.

Un bel romanzo ben strutturato dove si parla di magia e di poteri oscuri e di come usarli ma anche molto di amicizia, diversità e voglia di cambiare le cose.

Perché Le streghe del Mezzanotte è sì un “giallo” pieno di mistero e paura ma soprattutto un romanzo che racconta che le cose possono cambiare e che la realtà non è mai bianca o nera. Meglio! Racconta che la realtà può essere bianca e nera. Allo stesso tempo. Nella magia, come in molte alte cose della vita, ci dice Sarti, dipende come usi le erbe e da chi le sua.

<<Forse al contrario della scienza…la magia non ha paradigmi universali. Perché non potrebbe cambiare da persona a persona?

Stai dicendo che, se per me il quadrifoglio ha un certo effetto magico, per te può averne un altro?>>  

La realtà muta e noi siamo gli attori di questo mutamento.

C’è molta amicizia in questo romanzo. Quella difficile e non immediata tra Finnicus e Violante e quella paziente di Max, l’amico del cuore di Finnicus, che si accorge che qualcosa non va e che l’amico è distratto, assente e forse ha un segreto, e aspetta.

Infine è un romanzo che parla di lutto e dell’amore che noi avremo sempre per chi abbiamo perduto ma che dobbiamo lasciare andare per passare oltre.

Adattissimo a giovani lettori dai 10 anni.

Davide Sarti, Le streghe del Mezzanotte, copertina di Miriam Serafin, Edizioni Corsare, 2021

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