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Come si fa una rivoluzione?

Con No Borders, editato da Sinnos Editore, Giuliana Facchini continua la storia dei quattro ragazzi – Verne Lingren, Alcot e Dickens che accolti orfani, sono stati cresciuti dalla vecchia Olmo – iniziata nel romanzo distopico Borders (https://storiegirandole.it/magnolia-non-e-la-soluzione/).

In Borders la storia si svolge principalmente ai margini della super tecnologica città di Magnolia dove un gruppo di resistenti e ribelli si ostinano a coltivare la terra con i pochi semi rimasti e dove Olmo vive con i quattro ragazzi; la storia è incentrata sul dualismo tra mondo ipertecnologico –sicuro- asettico- perfetto, rappresentato da Magnolia, e mondo a contatto con la natura, recupero semi e conservazione della memoria, rappresentato dai ribelli, e sulla necessità di trovare un equilibrio tra i due.

In No Borders, invece, i confini (per l’appunto) tra i due mondi si fanno più fragili e labili. Anche  i personaggi acquistano aspetti diversi. L’intreccio narrativo si complica. Il viaggio non è più lineare  e diventa i tanti viaggi che i quattro ragazzi compiono, ognuno per motivi diversi e, a volte, con compagni diversi.

Alcott, Verne, Dickens e Lindren, che avevano già una loro personalità in Borders, che tuttavia sfumava nella fratellanza, qui assumono connotati più decisi. Si delineano le loro differenze, i loro sogni, i loro progetti

Se Magnolia non è la soluzione quale sarà il futuro dei figli di Olmo, e non solo? Qual è l’eredità della donna? Magnolia è tutta da buttare?

Il romanzo pone domande e non offre soluzioni ma lancia ponti verso la riflessione e la discussione. La storia che, narrando le scelte dei protagonisti, sembra indicare una strada e una soluzione, di fatto ne apre tante. Ma c’è una domanda svolazza tra le pagine, su Magnolia e su i quattro ragazzi; una domanda che di fatto non ha ancora una risposta – e chissà se l’avrai mai: come si fa una rivoluzione? Di quanto tempo ha bisogno una rivoluzione?  Perché oggi, nel XXI secolo dopo le tante rivoluzioni degli ultimi due secoli, abbiamo ancora tanti dubbi.

Come  sempre Facchini riesce a raccontare senza spiegare e affidando la narrazione ai fatti e ai personaggi.

Copertina centrata ed emozionante è di Mara Becchetti

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