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Lo sguardo di Sacha

Qualche giorno fa riflettevo sul fatto che un argomento molto presente oggi, nell’editoria per ragazzi, tanto da diventare una tendenza o filone, è il narrare la neuro divergenza per raccontare la vita.

Questo filone mi affascina particolarmente, cerco di spiegare per quale ragione. Gli studi sulla neuro divergenza sono relativamente recenti. Senza che io scenda nei particolari si potrebbe dire che sono stati gli studi su “come il cervello decodifica il mondo” (1) che hanno portato poi ad approfondire quando ciò accade in maniera diversa. Gli esempi sono molti da Maryanne Wolf a Michael Gazzaniga (cito i miei due Guru).

La neuro divergenza e la conoscenza sempre più approfondita di sindromi come quella di Asperger, ci permettono di conoscerci meglio come persone e di conoscere meglio gli altri, se stiamo ad ascoltare.

Scrivevo questo in un altro contesto, mentre leggevo Una piccola cosa senza importanza, di Catherine Fradier, traduzione di  Ilaria Piperno, edito da Uovonero, un libro duro che racconta gli orrori della guerra e la tragedia dei bambini soldato e degli stupri di guerra, facendoli narrare a Sacha, un ragazzo con la sindrome di Asperger.

Dopo un grave episodio di bullismo, la dott.ssa Sourieau ritira suo figlio da scuola e decide di portarselo dietro nelle sue missioni. La dott.ssa Sourieau non è <<un medico comune, che visita con lo stetoscopio e fornisce ricette…la dott.ssa Sourieau è un medio speciale. È un medico umanitario in un’organizzazione non governativa che permette ai bambini di recuperare una vita normale…>>. Così ce la racconta Sacha.

Sacha segue la madre nelle sue missioni intorno al mondo. Avevo letto le prime pagine e già ero salta su; ma dai – mi sono detta – un ragazzino Aperger che vive ora qua ora là, cui viene scombussolata la routine frequentemente! Ma dai! E invece l’autrice riesce a rendere tutto assolutamente credibile e plausibile, curando ogni particolare. E il romanzo è un perfetto equilibrio tra il mondo di Sacha, le sue necessità, le sue “fisse”, i suoi talenti e le sue inadeguatezze e gli orrori della guerra in Congo (ma poteva essere un altro Paese!) e i suoi pericoli.

Sacha vive al campo base con la madre e altri volontari e ha le sue routine. Ama fare ricerche e scrivere parole in lingue diverse. Scrive autobiografie e sa ripetere i decimali del pi greco, cosa che fa anche per calmarsi nelle situazioni di stress, non mangia cose marroni, nel suo piatto i cibi non si devono mischiare e infine è  <<il campione delle domande stupide>>, almeno a sentire Destinée. Già Destinée, la ragazzina che arriva al campo e con la quale Sacha, dopo un primo incontro difficile, stringe amicizia. Destinèe che pensa che Asperger sia una religione e non lo capisce. Destinée che scrive poesie senza scriverle perché, forse, non sa scrivere. Destinèe uno dei kadogo, termine swahili che vuol dire piccola cosa senza importanza, stuprata a tredici anni, come la madre e la nonna, costretta a sposare un combattente per sopravvivere. Destinée che è riuscita a fuggire dai gruppi armati, ma ha dovuto abbandonare suo figlio e ora vuole recuperarlo. Destinée che escogita un piano e lo rivela a Sacha perché alla fine questo ragazzino strano che snocciola numeri, sembra leggerle l’anima seppure in modo “strano”. Destinèe che chiede un piccolo aiuto a Sacha: deve distrarre alcune persone per permetterle di fuggire.

Il piano non va come dovrebbe e Sacha si ritrova coinvolto in questa missione pericolosissima, alle prese con miliziani armati di kalashnikov, crudeli perché abituati alla guerra fin da bambini.

La logica serrata di Sacha evidenzia l’assurdità della guerra. Catherine Fradier denuncia la drammatica situazione del Congo e le atrocità della guerra, gli stupri che si perpetuano di madre in figlia, il dramma dei bambini-soldato e la precarietà del sistema degli aiuti internazionali, perché a volte per sopravvivere è meglio subire. La democrazia è un lusso che non tutti si possono permettere e non è esportabile.

Un romanzo di denuncia duro e bellissimo ma anche un’avventura mozzafiato dal ritmo serrato.

Una piccola cosa senza importanza è il primo libro per ragazzi di Catherine Fradier, pluripremiata giallista francese che spesso unisce la denuncia sociale alla trama poliziesca ed è anche il primo titolo della serie Cronache lunari di un ragazzo bizzarro, che  ha come protagonista Sacha Sourieau, al fianco della madre nelle sue missioni umanitarie. Attendiamo gli altri, perché Sacha ci è proprio piaciuto!

Catherine Fradier, Una piccola cosa senza importanza. Cronache lunari di un ragazzo bizzarro, traduzione di Ilaria Piperno, Uovonero, 2021.

NOTE

  1. È il titolo di un libro di Michael Gazzaniga edito da Di Renzo Editore nel 2011.

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