Questo splendido albo è uscito da un paio d’anni e a mio parere è bellissimo; adatto a lettori e lettrici dagli 8 anni racconta una storia di volontà, amore per la vita e per l’arte e di caparbietà.
A raccontare la storia, narrata in Per mano di Sante Bandirali con le illustrazioni di Gloria Tundo, editato da uovonero Edizioni, è una mano. Più precisamente una mano sinistra; quella del pianista Paul Wittgenstein. E se il cognome vi dice qualcosa è perché Paul era il fratello maggiore del noto filosofo.
Paul nasce in una famiglia dell’alta borghesia viennese. Il padre era un industriale che mal sopportava le aspirazioni artistiche del piccolo Paul e ancor meno le elucubrazioni del fratellino Ludwig (detto Lud) che veniva considerato uno sciocco a causa delle sue assurde e inutili domande.
La madre ama la musica e lo inizia al pianoforte, la casa è frequentata da musicisti come Brahms, Malher e altri. Paul ama suonare e le sue dita sembrano volare sui tasti.
Cresce osteggiato dal padre per il quale i musicisti erano solo dei volgari intrattenitori.
La morte del padre gli permette di debuttare con un concerto al Groesser Musikvereinssaal.
Dopo qualche anno lo scoppio della Prima Guerra Mondiale lo vedrà al fronte. Nel 1914 viene colpito e portato in ospedale. Qui gli verrà amputato il braccio destro.
Inabile alla guerra, viene mandato in un campo di internamento. Paul è annientato, ha perso la mano destra e non può più suonare.
Non solo, Deve reimparare a fare tutto!
<<…con me imparò a lavarsi. A radersi. A nangiare. A vestirsi. A tornare poco a poco un uomo. Un giorno…>>
Un giorno Paul, internato in un campo e impossibilitato a suonare, trova un espediente e comincia far giocare la sua mano sinistra.
<<…comincio a fare cose mai fatte, a saltare come impazzita dove normalmente non mi spingevo…a inventare tecniche impossibili…>>.
Paul torna casa e dopo mesi debutta con un concerto suonando solo con la mano sinistra. Ma le cose non vanno come lui sperava: per le persone lui non era il musicista che suona con la mano sinistra, ma il musicista cui manca la mano destra. Era necessario rivoluzionare anche la musica. Chiederà a un grande musicista di scrivere una musica per mano sinistra perché << …il pubblico non sentisse una mancanza ma percepisse soltanto una ricca presenza>>.
Per mano è molte cose.
Racconta una storia dentro la Storia, che a volte quando parliamo di reduci ci dimentichiamo che erano persone che hanno faticato a ritrovare il loro posto nel mondo.
Racconta una storia in cui una disabilità è tale perché, come dice Sante Bandirali “è creata dall’ambiente in cui vivi, dalle barriere che ti impediscono di esprimerti. Se l’ambiente invece è inclusivo, se è un concerto per la mano sinistra, allora la disabilità sparisce”
Racconta una storia di forza e di determinazione, una voglia di vivere e dare significato e valore a ogni attimo anche nella difficoltà e nella “mancanza”.
Paul ci dice io non sono una persona che non ha la mano destra, io sono una persona che ha una mano, la sinistra.
La narrazione della parola è accompagnata, supportata arricchita e “completata” dalla narrazione delle figure di Gloria Tundo.
Figure che sembrano “rubate” all’album di famiglia sia per le ovattate atmosfere seppia sia per le inquadrature. Figure capaci di raccontare un’epoca, una famiglia e un pezzo di Storia europea, attraverso ambientazioni, scorci, oggetti e l’utilizzo del color seppia interrotto da pennellate azzurre.
Sande Bandirali, Per mano, illustrazioni di Gloria Tundo, uovonero Edizioni, 2023