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Costance è Binus

Testa di ferro, che arriva in Italia grazie a Camelozampa con la traduzione di Olga Amagliani, è uno spettacolare romanzo storico estremamente ben costruito che affronta un tema caro alla letteratura da secoli e tuttavia attualissimo e trattato magistralmente dall’autore belga: i ruoli e l’identità di genere.

L’autore, Jean-Claude van Rijckeghem, giganteggia e riesce a creare un personaggio strepitoso e una trama intrecciata e avventurosa, piena di riferimenti storici, di storia del costume e della società senza mai spiegare ma semplicemente raccontando.

Siamo nei primi anni dell’Ottocento (per la precisione nel 1808)  in quello che allora era il Regno di Olanda, Costance, detta Stans è una ragazza ribelle, concreta e curiosa. Tutto l’opposto del fratello Pier che lei definisce, poco bonariamente, baciapile e che è un ragazzotto semplice e non molto sveglio cui unica aspirazione è starsene tranquillo; per questo fa sempre quello che gli si chiede o che ci si aspetterebbe da lui.

Al contrario, Stans, allergica alle regole della società che la vorrebbero donna di casa, dedita a pulire e lavare in attesa di un buon partito, non perde occasione per curiosare in giro e, talvolta, mettersi nei guai.

Il padre è un sognatore; un inventore geniale ma poco concreto (in realtà è un precursore, ma non lo sa) ed è in miseria e pieno di debiti. La madre, che pur aveva sognato l’amore, si era arresa ai doveri di una donna, brava moglie-madre, riconosce un po’ di se stessa in Costance e proprio per questo la tratta duramente nella convinzione che meglio non innamorarsi e – piuttosto – fare un buon e conveniente matrimonio.

Costance scalpita, disattende i compiti assegnatigli e quando, per salvare la famiglia dai debiti, si piega al matrimonio con Lieven Goeminne, un uomo rude e molto più grande di lei, si spegne un poco.

Intanto il fratello che era stato costretto a lasciare la prestigiosa Scuola Latina causa insolvenza del padre, grazie al matrimonio della sorella può riprendere. Tutto sembra essersi messo a posto. Stans ora non deve far altro che dare un figlio, ovviamente maschio, a Lieven.

Intanto in Europa impazza la guerra; Napoleone arruola nuovi soldati tra i giovanissimi, nel tentativo di conquistare e riconquistare terre. Non tutti vogliono partire. Le famiglie sono preoccupate.

Una sera che Lieven aveva bevuto così tanto da cadere addormentato, Costans ha un’idea: fuggire e arruolarsi sotto falso nome (leggerete come fa, non voglio svelarvi nulla).

Vestita da uomo Stans, diventata Binus e si arruola.

La guerra, la fame, le ferite, il cameratismo, l’amicizia e l’amore per una ballerina parigina; Costans per la prima volta può dire:

<<Respiro aria di libertà. Non riesco a smettere di sorridere>>.

Eppure è in guerra

Un romanzo potente che racconta l’inutilità dei ruoli di genere, l’amicizia come sentimento trasversale se non condizionato dalla società e l’amore come forza che travalica tutto.

L’ambientazione storica è curata nei minimi particolari ma non è mai pedante; van Rijckeghem  riesce a ricostruire ambienti, odori, costumi, usi, narrando e usando la descrizione narrativamente.

Un affresco bello della vita dell’epoca, della difficoltà di dar vita ai propri sogni, della netta separazione sociale ed economica, della rigidità dei ruoli e dei doveri all’interno della coppia e della difficoltà, se non impossibilità, di vivere l’amore all’interno del matrimonio, che è solo un contratto anche tra gente povera.

Se Costance è l’indiscutibile protagonista del romanzo, suo partner è sicuramente l’Ottocento europeo che esplode nel romanzo. Le donne, le nuove invenzioni che preparano il terreno al Novecento, i medici girovaghi, eredità del tardo cinquecento, amati dalla gente perché non si chiudono nelle Accademie, le guerre, i soldati poco più che ragazzini, la fame, le malattie e la sporcizia. E la puzza. Jean-Claude Van Rijckeghem riesce con farci sentire gli odori di un’epoca in cui si vuotavano i pitali in strada.

Bella e centrata da copertina dello studio milanese di graphic design The Word of Dot.

Jean-Claude van Rijckeghem, Testa di ferro, traduzione di Olga Agliani, copertina di The World of Dot, Camelozampa, 2023

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