COVER

La scatola dei sogni, ovvero raccontare con la luce.

L’Europa della seconda metà dell’Ottocento era un fermento di sperimentazione, sforzi scientifici e artisti visionari.

In quest’ambiente nascono e crescono i Fratelli Lumière, figli del pittore e fotografo Antoine Lumiere e inventori del proiettore cinematografico.

Nella Francia di quel periodo, a Lione, vive Marcel il protagonista insieme con Nina, di questa storia. La scatola dei sogni, scritto da Guido Quarzo e Anna Vivarelli, illustrato da Silvia Mauri, edito da Editoriale Scienze, è un romanzo storico e di questo genere ha tutte le caratteristiche.

A differenza di quello che molti pensano il romanzo storico non è noioso, né pedante; può essere, invece, affascinante e coinvolgente perché ci permette l’immersione totale in un’epoca, regalandoci avventura, emozioni e storie (e se ben scritto, vi fa sentire anche gli odori dell’epoca!)

Ben scritto e storicamente attendibile, La scatola dei sogni, ci racconta dei primi esperimenti dei fratelli Lumière che portarono all’invenzione del cinema.  I primi cortometraggi, i dubbi e le sperimentazioni, tutto vero; che al loro servizio ci fosse un giovanissimo giardiniere, orfano e innamorato di quel nuovo prodigio che stava nascendo, è una finzione letteraria tuttavia probabile e verosimile.

È tutto questo che fa de La scatola dei sogni una storia affascinante e coinvolgente, avventurosa, romantica e appassionante. Perché c’è il cinema che nasce, con i Lumière che si chiedono se sia giusto filmare la verità, o se non sia meglio fare delle “prove” (sapeste quanta storia del cinema c’è, dietro questo dubbio!); i Lumière che sperimentano “il montaggio” e ne scoprono il valore narrante; infine, perché c’è un giovane orfano, che ha idee grandiose e una giovane ribelle che vede lontano.

Andiamo con ordine.

Antoinette Madeleine Monfort De Villon detta Nina ha diciassette anni. È curiosa e irriverente e non vorrebbe essere lì. Siamo nel salotto di casa Lumière. È la primavera del 1889 e Auguste e Louise Lumière hanno organizzato nel salotto della loro villa una proiezione per pochi intimi. Un’assoluta novità per l’epoca! Ecco cosa pensa mentre, annoiata, guarda gli ospiti chiacchierare:

<<Avrebbero assistito al cinematografo, le pareva di ricordare. Fotografia che si muovevano, o qualcosa del genere. Comunque per ora tutti sembravano interessati soltanto al rinfresco, e per quel cinematografo, qualsiasi cosa fosse, c’era ancora tempo>>.

Nina non ha voglia di stare lì ad ascoltare le chiacchiere degli adulti. Per ingannare il tempo si diverte a osservare i presenti e abbinare un animale a ogni persona. È un’acuta osservatrice, dall’intelligenza vivace. Infine anche quel gioco la annoia; non vista esce in giardino. Lì conosce Marcel, il giovane aiuto giardiniere dei Lumière. Marcel è molto attratto da quella nuova invenzione. Intelligente e osservatore, sta imparando molto, tanto che spesso i due fratelli lo chiamano in aiuto.

Inizia così la loro storia d’amore. Un amore che inizialmente non raccontano neanche a se stessi! Troppa la differenza sociale, all’epoca era impensabile anche solo un’amicizia. Ma Nina è una ragazza libera e intraprendente, curiosa e desiderosa di conoscenza; quel ragazzo sfrontato e allegro la attrae.

Mentre i Lumière sperimentano quel nuovo strumento, che tanto cambierà nel modo di comunicare e di fare spettacolo e informazione, degli strani furti accadono in casa Monfort De Villon e nelle ville attigue. Iniziano le indagini e il timore che Marcel venga accusato ingiustamente, spingerà i due giovani a fuggire.  Inizia una fuga avventurosa, piena di speranza e di aspettative. Arrivano a Torino e tra mille incontri e difficoltà, Nina e Marcel iniziano una nuova vita. Grazie all’esperienza maturata in casa Lumière, Marcel sarà decisivo per la diffusione a Torino di quell’incredibile scatola dei sogni che è stata ed è il cinema.

Come ho già detto, e come gli autori sottolineano nella postfazione, Nina e Marcel sono due personaggi inventati ma gli sperimenti dei Lumière e la diffusione del cinema assolutamente no. Sicuramente in quegli anni un qualche Marcel, visionario e intraprendente avrà dato il suo piccolo contributo al cinema. E una qualche Nina, intelligente e lungimirante, avrà avuto idee che sono finte in qualche film.

Perché la Storia è fatta da tanti Lumiere e tantissimi Nina e Marcel.

Un bel romanzo che piacerà da chi, come me, è innamorato del cinema e di qual periodo incredibile che va dalla seconda metà dell’Ottocento ai primi trent’anni del Novecento; anni di grande fermento artistico e incredibile sperimentazione nel cinema come nel teatro e nella letteratura.

Una nota meritano le illustrazioni di Silvia Mauri, che riescono meravigliosamente a raccontare l’epoca.

Guido Quarzo – Anna Vivarelli, La scatola dei sogni, illustrazioni di Silvia Mauri, editoriale Scienza, 2021.

Se volete avere altre informazioni su questo libro: https://www.editorialescienza.it/it/libro/la-scatola-dei-sogni.htm

Se volete consultare il catalogo della casa editrice: https://www.editorialescienza.it/

Condividi questo articolo