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Rebecca ha un papà che non ha paura di niente… o quasi!

Papà non ha più paura degli Stranieri (grazie a me) di Rafik Schami, illustrato da Ole Könnecke, tradotto da Chiara Belliti e pubblicato da Beisler Editore, ci racconta di una bambina che si chiama Rebecca.

Rebecca ha un eroe: il suo papà! Da quando la mamma è morta, per Rebecca il papà è il suo punto di riferimento e il suo polo.

Come potrebbe essere diversamente dato che è forte e talmente intelligente da leggere libri? (signori, mica è cosa da tutti!!).  Il papà di Rebecca è assolutamente un grande perché fa ridere ed è talmente tanto coraggioso da non aver paura del dentista (questo poi, è ancora più strano!).

C’è solo una cosa che la bambina proprio non riesca a capire: il papà sembra avere paura degli stranieri, in particolare dei neri. Rebecca non lo ha mai confidato al papà, ma lei proprio non capisce! Ha un’amica a scuola che viene dalla Tanzania e non ci vede nulla di strano. Ha però evitato di invitarla a casa per non far prendere paura al papà.

Finché un giorno Banja, così si chiama l’amica, la invita alla sua festa di compleanno. Rebecca ha un’idea: convincere il padre a venire alla festa e fare i suoi famosi e straordinari giochi di prestigio (un’altra cosa nella quale, questo papà formidabile, è bravissimo!).

Il padre, che non conosce Banja, accetta.

Intanto Banja racconta ai propri famigliari di questo padre fenomenale, forte come un toro, intelligente tanto da superare i più grandi scienziati, tanto coraggioso da giocare a carte con i leoni. La famiglia di Banja prepara una splendida festa fatta di canti, balli e abiti tradizionali.

Quando arrivano a casa di Banja, il padre di Rebecca  è spaventato e dubbioso, ma non può deludere la figlia! I giochi di prestigio e le storie narrate fanno il resto.

Un bell’albo raccontato con ironia da Rafik Schami, autore siro-tedesco, che da anni racconta storie di migranti e d’integrazione.  Forse una delle più importanti penne della letteratura migrante.

Le illustrazioni sono di Ole Könnecke, che riesce magistralmente a fare da controcanto alla scrittura di Schami; l’ironia sottile che l’autore della parola mette nella sua narrazione è rappresentata, ampliata e giocata dall’autore delle immagini. Ne esce fuori una narrazione spassosissima e graffiante!

Schami e Könnecke  sembrano divertirsi a mostrarci i nostri pregiudizi e i luoghi comuni di cui siamo un po’ tutti vittime! Ce li raccontano narrati da una bimba che si chiama Rebecca, che ha lo stesso sorriso della sua amica Banja. Ce lo raccontano senza giudicare, usando l’ironia che è uno dei più grandi strumenti per dialogare.

Un albo molto bello e attuale, attraverso il quale possiamo iniziare un percorso sul pregiudizio e il luogo comune.

Sono molti (circa venticinque) che lavoro, attraverso il teatro e il gioco di simulazione (che, peraltro hanno molto in comune!), su razzismo e stereotipi e credo che sia necessario andare avanti.

Quest’albo ironico e divertente ci offre l’occasione per dialogare con i bambini, per consentire loro di tirar fuori i pregiudizi di cui sono vittime dirette (perché migranti o Rom o …) o indirette perché hanno assorbito i pregiudizi degli adulti.

Un  gioco/ attività per scardinare i pregiudizi (anche i nostri! Io ci lotto ogni giorno!).

Pioggia di idee (*)

Attaccate al muro un grande foglio di carta da pacchi bianca e scriveteci MIGRANTI e invitate i bambini a dire quali parole associano alla parola migrante.  Questo è un gioco da fare con i bambini della scuola primaria e si può fare anche se in classe ci sono bambini migranti (di prima o seconda generazione, non ha importanza); sta a voi sapere gestire le emozioni, lasciandole fluire, non tabuizzandole e rendendole costruttive.

N.B. È veramente importante che NESSUNO si senta giudicato . Uno dei motivi per cui ci sono recrudescenze razziste è il senso di colpa instillato in chi, pur in assoluta buonafede, dialoga sul razzismo. La paura del diverso è la cosa più animale che esista; è solo attraverso la cultura e la conoscenza  che la arginiamo (con tanti sé e tantissimi ma); è un cammino lungo. Lasciamo che i ragazzi lo compiano in serenità.

(*) quest’attività è un adattamento di un’attività proposta da Silvana Di Bella nel suo Io non sono razzista ma… Strumenti per disimparare il razzismo, Anicia, 1998.

Rafik Schami Papà non ha più paura degli Stranieri (grazie a me), illustrazioni di Ole Könnecke , traduzione di Chiara Belliti, Beisler Editore, 2020

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