Tariq che si è attorcigliato.

Tariq, scritto da Alice Keller e editato da Camelozampa, è una storia che ti prende allo stomaco.  Dura, rabbiosa, scritta con uno stile coinciso, fatto di frasi brevi come graffi. Punti. Virgole. Un ritmo serrato senza sbavature.

Perché Tariq, la voce narrante del romanzo, non ha voglia di fare giri di parole. Ci racconta la sua storia buttandocela addosso. Non gli importa di piacerci.

Tariq, non sappiamo poi molto di lui; deduciamo dalla storia che ha circa 14 anni, vive in periferia. In una di quelle zone, come ne esistono molte, nate da qualche brillante progetto che prevedeva spazi verdi, negozi e,chissà forse anche una biblioteca e persino  una piscina, ma che poi è stato abbandonato; finiti i soldi… spariti chissà dove. Tanto chi andrà ad abitarci, non protesta chè magari lo cacciano. Dopo un po’ non ci arrivano più né l’acqua né l’elettricità. Ma per chi non ha nulla, o poco, è l’unico luogo in cui abitare. Tariq abita lì, tra case occupate e pratoni pieni di rifiuti e erba secca. Tariq, però pensava di farcela. Voleva studiare. Si iscrive al liceo. Poi qualcosa si è rotto dentro di lui. Non sa cosa. La rabbia nel vedere che nonostante tutto, nulla sembra cambiare, la rassegnazione; qualcosa si è rotto in lui.  Non riesce più Tariq. Non studia. Non parla. Dà fastidio.  Aggredisce. Gli insegnanti quando lo vedono, sono terrorizzati. Non sanno cosa fare. Perché la scuola spesso è un binario: tabelline, espressioni, equazioni, grammatica, poesia, il Duecento e solo poi il Trecento. Chi non sta dietro, deraglia ed è fuori.  Non c’è tempo per gli attorcigliamenti dell’anima. Non importa se tuo padre fa i doppi turni, tua madre ha dato alla luce un bimbo prematuro ed è tutta presa da lui e tuo fratello beve e ti picchia. Se deragli, sei fuori.

Sono tante le figure attorno a Tariq. C’è Aziz che alle medie era bravissimo a baseball ed era felice. Poi basta. La scuola vuole che sei bravo in “ciò che serve”. Ci sono i ragazzi grandi che accendono i fuochi, si ubriacano, armeggiano con chissà cosa, lavoricchiano e fanno piccoli furti. Le figure femminili, silenziose, che sembrano arrese ma sono forti. C’è Mauro che sta su una sedia a rotelle, abita lì da quando era un bel posto, e sorride sempre; Mauro che voleva studiare le stelle. Poi la vita si è messa per traverso pure a lui..

Poi c’è Jasmine, lei è diversa. Lei veramente avrebbe potuto farcela ma anche a lei la vita le si è messa di traverso. Se ci fosse qualcuno ad aiutarla, a offrirle e mostrarle alternative possibili, forse. Se la scuola non fosse un binario che corre chissà dove, forse.

Rabbia, frustrazione, cattivi compagni e qualche mano tesa, Tariq non sa se ce la farà. Però chissà, forse. Forse con Jasmine. Forse.

Un romanzo bello e senza sbavature. Alice Keller è un’autrice che racconta con la concretezza della parola e del ritmo narrativo. Le sue storie, anche quelle rivolte ai più piccoli, non sono mai banali.

Con lei entriamo nella testa di Tariq nella sua incapacità di “fare il bravo” e nel suo ardente desiderio di farcela.

Tariq è scritto in caratteri ad alta leggibilità ed è stampato su carta ecologica certificata FSC.

Con Camelozampa Alice Keller ha pubblicato anche AFK, Nella pancia della balena e Caro signor F di cui ho parlato qui: https://storiegirandole.it/a-volte-ci-vuole-un-signor-f/

Alice Keller, Tariq, Camelozampa, 2021.

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