giornata-terra

Verso quale Agenda 2030?

Come molti già sanno, l’Agenda 2030 è una lista stilata il 25 settembre 2015 dai capi di Stato di 193 Paesi durante un incontro dell’Onu e comprende 169 obiettivi di cui 17 di sviluppo sostenibile.

Il progetto è ambizioso perché coinvolge realtà e interessi molto diversi e complessi, perché gli Stati nonostante gli intenti dichiarati, continuano a produrre armi, a venderle e usarle, nutrendo quindi la Guerra e tutto ciò che ne consegue in povertà, schiavitù e asservimento economico tra Stati e perché l’economia globale oggi più che mai è fondata anche sullo sfruttamento dei più deboli (forse soprattutto).

La globalizzazione e l’abbattimento dei costi da anni nutrono lo sfruttamento dei lavoratori; e non è un fenomeno degli ultimi anni, già negli anni Novanta Francuccio Gesualdi (1) e Kevin Bales (2), solo per citarne due tra i molti, denunciavano questa situazione e parlavano di Consumo Critico, lavoro minorile e di boicottaggio. I tempi non erano maturi e forse l’errore è stato quello di non rivolgersi alle persone attraverso un percorso di consapevolezza serena; non si può dire a qualcuno che ha uno stipendio minimo che non deve comprare jeans a 5 euro perché cuciti da bambini in Bangladesh, sono gli Stati che devono impedire che questo accada e dirigersi verso uno Sviluppo Sostenibile. Le battaglie del singolo o dei gruppi sono importantissime per cambiare le leggi ma devono potersi fare; forse può sembrare strano, ma la lotta per un modo migliore è un “lusso” che non tutti possono permettersi, agire sul senso di colpa non è stata la strategia migliore.

Da anni rifletto su quale sia la strada migliore per far arrivare concetti e valori e da anni non riesco a trovare risposte. Nei confronti dell’Agenda 2030 provo lo stesso sgomento e disagio che ho cercato di descrivere nell’articolo sulla Giornata della Memoria: https://storiegirandole.it/quale-memoria/

Nell’articolo mi pongo una domanda per me fondante cioè se sia utile, o se invece non sia inutile e addirittura controproducente, proporre storie e storielle su un determinato argomento, senza aver fatto, noi per primi, un cammino di consapevolezza e ricerca storica. Se la continua e ridondante proposta di storie edificanti non rischi di sortire l’effetto di overtraining  (termine usato nello sport che indica sovrallenamento che porta a stanchezza eccessiva, demotivazione e blocco delle prestazioni)

Stiamo attraversando una crisi mondiale, messa ancor più in evidenza dalla pandemia. Crisi che si prepara da decenni. Tuttavia è necessario prendere coscienza che non si ferma il progresso tecnologico (*), non si ferma la corsa allo Sviluppo (*) e non si ferma l’urbanizzazione (*). Però si può fare in modo che tutto ciò avvenga in modo sostenibile per il Pianeta tutto, Umanità compresa. Perché questo accada, è necessario fare delle leggi che regolamentino le produzioni, incentivi fiscali per chi produce usando confezioni riciclate e riciclabili, incentivi fiscali per chi diminuisce gli imballaggi, tanto per fare degli esempi tra i più facili e veloci (e se volete banali), ma ce ne sono migliaia! Esistono persone che studiano proprio questo e molti sono giovanissimi e hanno una visone del mondo più agganciata al nuovo di me; lascio a loro la parola. Cercate le loro storie in rete e su i giornali (proprio in questi giorni a Milano c’è il Salone del Design; interessanti sono le proposte del Fuori Salone con giovani artisti che producono usando le bucce della frutta, tanto per fare un’ esempio)

Fare una politica ecologica, vuol dire soprattutto educare se stessi; vi ricordate la polemica enorme sulle buste biodegradabili? Vi siete accorti che molti negozi non le usano e nessuno protesta? Quanti comprano un litro di latte e si fanno dare la busta di plastica? Che senso ha imbottire le nuove generazioni di retorica se non cambiamo noi? Ingozziamo i bambini di chiacchiere ecologiste e poi a mensa ci sono vagoni di plastica!

È necessario cambiare lo sguardo e lavorare per il cambiamento.

In giro per l’Italia ci sono scuole pubbliche che, da anni, stanno portando avanti progetti interessanti, assolutamente realizzabili nella direzione dell’abolizione della plastica e degli sprechi in mensa oltre che di un insegnamento più inclusivo e profondo. Si può fare, ma è importante coinvolgere le famiglie perché se no remeranno contro, i motivi sono tanti, ora tralascio. Metto a seguire i link di due tra le molte esperienze che nella nostra Penisola stanno dando frutti:

  • Maria De Biase, Dirigente scolastica che si batte da anni per una scuola a impatto zero, che ha portato (dovrei dire riportato) a scuola le merende sane , facendo una lotta senza quartiere alle merendine, si è battuta per gli orti scolastici e per una mensa sana che consumi ciò che la scuola-orto produce:  http://www.educareallaliberta.org/la-scuola-della-terra-di-maria-de-biase/

Emma AdBåge, La Buca , traduzione di Samanta K. Milton Knowles, Camelozampa, 2020

Quello che dobbiamo fare è educare noi stessi e le nuove generazioni. Per questo credo sia importante studiare e documentarsi sempre e comunque, perché soltanto conoscendo, possiamo intraprendere il cammino per quel rinnovamento che l’Agenda si propone.

Quando dico studiare intendo noi adulti

Ritengo che sia responsabilità degli adulti (insegnati, genitori, librai, bibliotecari, educatori, scrittori, illustratori, teatranti) tracciare la strada e disegnare una mappa affinché le nuove generazioni sappiano da dove cominciare, perché non c’è niente di più pericoloso di un superficiale ecologismo e un vago discorso di buon cuore.

I nostri bambini hanno diritto alla chiarezza e hanno diritto ricevere indicazioni dalle quali magari distaccarsi, ma che siano un punto di partenza.

I nostri figli hanno diritto a una generazione di adulti seria e con le idee chiare. Ho detto chiare, non inamovibili e a senso unico. Tutto questo sarà possibile, o maggiormente possibile, se lavoreremo a fare di noi Uomini Nuovi.

Costruire l’uomo nuovo.


Alex Cousseau, Murdo. Il libro dei sogni impossibili, illustrazioni di Èva Offredo, traduzione di Simone Barillari, L’Ippocampo, 2021

L’uomo nuovo è colui che si ama in quanto facente parte di una collettività; è colui che sa che non c’è una sola strada ma sa anche che esiste un Pensiero che è profondità e studio; è colui che sa che la Storia non l’hanno fatta solo gli uomini anche se solo di loro si parla nei libri; è colui lavora per un’ apertura e pensiero divergente attraverso lo studio e la competenza e sa che Pensiero divergente non vuol dire a caso. L’uomo nuovo riflette su l’etica anche quando sembra che sia l’unico a farlo. In questo senso ci sono veramente tanti Maestri tra scrittori e scrittrici, artisti e filosofi. Metto a seguire alcuni saggi che per me sono stati fondanti; alcuni sono un po’ datati, perché anch’io lo sono, ma sempre molto validi tanpo da essere citati da studiosi più recenti ed essere ancora pubblicati. Se avete qualche consiglio, lo accetto volentieri e potete scrivermi all’email in calce.

Prepariamo noi stessi:

  • Fritjof Capra, Il punto di svolta, traduzione di Libero Sosio, Feltrinelli,1984
  • Fritjof Capra, Il Tao della fisica, traduzione di Giovanni Salio, Adelphi, 1989
  • Laura Imai Messina, WA. La via giapponese dell’armonia, Vallardi, 2018

SITI E BLOG

Che cosa proporre per stimolare domande e provocare discussioni.

  • Alex Cousseau, Murdo. Il libro dei sogni impossibili, illustrazionidiÈva Offredo, traduzione di Simone Barillari, L’Ippocampo, 2021.
  • Jerry Spinelli, Posso essere tutto, Illustrazioni di Jimmy Liao, traduzione poetica di Bruno Tognolini
  • Cristophe Léon, Reato di Fuga, traduzione di Federico Appel, Sinnos, 2017. 
  • Alice Keller, Controcorrente, illustrazioni di Veronica Truttero, Sinnos 2017.
  • Gipi &Luigi Critone, Aldobrando, Cocconino Press, 2020
  • Bruce Weinstein, E se nessuno mi becca? Illustrazioni di Tuono Pettinato, traduzione di Livia Zanelli, Il Castoro, 2013
  • Giuliana Facchini, La figlia dell’assassina, Sinnos, 2018
  • Giuliana Facchini, Ladra di jeans, Sinnos, 2021
  • Francesco D’Adamo, La traversata, Il Castoro, 2021

Cambiamento visone del mondo (siamo animale tra animali).


Isabel Minhós Martins, Cento semi che presero il volo, illustrazioni di Yara Kono, traduzione di Serena Magi,  Hopi Edizioni, 2021

<<Dovremmo sviluppare un legame emotivo e spirituale con la natura, perché non si lotta per salvare qualcosa che non si ama>>. (S.J. Gould).

È necessario lavorare per cambiare, prima di tutto in noi stessi e la nostra visone del mondo. L’uomo occidentale ha sempre visto se stesso come il padrone della Terra, una Terra che è stata creta per lui, l’essere creato a somiglianza dell’Altissimo. Il fatto di essere animale tra animali, di far parte di un tutt’uno, è cosa che sfugge all’uomo occidentale, nonostante un vago francescanesimo e un ancor più vago amore per i Nativi Americani, di cui è intrisa la nostra cultura.  Non vivere se stessi come animale tra gli animali (quello che oggi è chiamato antispecismo) ha portato all’esaltazione dell’uomo e poi del singolo.

Prepariamo noi stessi:

  • Danilo Mainardi, Un innocente vampiro, Mondadori,
  • Danilo Mainardi, lo zoo aperto, Einaudi, 1997
  • Stefano Mancuso – Alessandra Viola, Verde Brillante. Sensibilità e intelligenza nel mondo vegetale, Giunti, 2015.
  • Stefano Mancuso, L’incredibile viaggio delle piante,
  • Fritjof Capra-Stefano Mancuso, Discorso sulle erbe, Aboca, 2021.

Che cosa proporre per stimolare domande e provocare discussioni.

  • Giuseppe Festa, Ursula, illustrazioni di Marichiara Di Giorgio, editoriale scienza 2020
  • Giuseppe Festa, I figli del bosco, Garzanti, 2018.
  • Quentin Blake, L’erbaccia, traduzione di Sara Saorin, Camelozampa, 2021. 
  • Britta Teckentrup, Il germoglio che non voleva crescere, traduzione di Sante Bandirali, Uovonero, 2021
  • Maria Loretta Giraldo, Avrò cura di te, illustrazioni di Nicoletta Bertelle, Cameelozampa, 2021.
  • Isabel Minhós Martins, Cento semi che presero il volo, illustrazioni di Yara Kono, traduzione di Serena Magi,  Hopi Edizioni, 2021.
  • Paola Vitale, Il giardino delle Meduse, illustrazioni di Rossana Bossù, Camelozampa, 2021.

Cambiamento visione del mondo: umanità è varia; non esiste una famiglia; non esiste un Dio; non esiste un solo modo di amare.

Credo che un obiettivo importante per le prossime generazioni sia arrivare a capire che la Fede è un fatto personale. A mio parere c’è molta confusione tra il voler essere strumento di Dio ( qualsiasi Dio) e il pretendere, in maniera più o meno violenta, che gli atri riconoscano la superiorità di tale pensiero (e non c’è bisogno di bombe o torture per essere violenti e coercitivi!). Se X pensa che sia bene che i bambini nascano in una famiglia costituita da un uomo e una donna uniti secondo un Sacramento, è nostro compito di cittadini  fare in modo che X possa attuare questo suo progetto, ma non che imponga la sua visone a tutti né che lo possa insegnare come unico modello, perché questo porta violenza, discriminazione e odio. Non abbiamo un’altra strada. Peraltro il cieco voler imporre un’unica strada e un’unica Fede ha, di fatto, portato a un ateismo di comodo e spesso superficiale che si è poi contestualizzato con un rifiuto a conoscere ciò che appartiene alla nostra Storia. La mancanza di dialogo e l’imposizione di una monocultura hanno condotto alcuni al rifiuto totale di alcune conoscenze con il risultato di avere difficoltà a comprendere la storia e la cultura dell’Occidente. Per intenderci se non sai la storia dei Santi, non capisci la Storia dell’Arte, tanto per fare un esempio. Così come se non conosci la mitologia greca, non capisci l’Iliade. 

Mi piacerebbe che si potesse un giorno parlare di una Sacra Conversazione senza discutere se sia vera una cosa o un’altra. Io entro a Santa Maria Maggiore con il rispetto che porterei a una Moschea, ma per me è solo un’opera d’arte intrisa di Spiritualità come qualsiasi Tempio. Non sono atea, semplicemente rifiuto di riconoscermi in un’unica religione, lavoro cesellando la mia anima attraverso le parole e le immagini degli uomini di ogni cultura.

Vorrei che a ogni bambino venisse donata questa ricchezza che a me è costata anni di studi e riflessioni.

Prepariamo noi stessi:

  • Eugen Herrigel, Lo zen e il tiro con l’arco, traduzione di Gabriella Bemporad, Adelphi, 1988
  • Carlos Castaneda, A scuola dallo stregone, traduzione di Francesco Cardelli, Astrolabio, 1970
  • Fritjof Capra, Il Tao della fisica, traduzione di Giovanni Salio, Adelphi, 1989.
  • Kaho Nashiki, Le bugie del mare, traduzione di Gianluca Coci, Feltrinelli, 2021
  • Laura Imai Messina, WA. La via giapponese dell’armonia, Vallardi, 2018
  • Imai Messina, Quel che affidiamo al vento, Piemme, 2020
  • Shaun Tan, Piccole storie dal centro, traduzione Omar Martini, Tunué 2020

SITI E BLOG

Che cosa proporre per stimolare domande e provocare discussioni

  • Stefania Gatti, Alieni, Edizioni Corsare, 2020
  • Alexis Deacon, Bilu, traduzione di Loredana Baldinucci, Il Castoro, 2020
  • Marie-Aude Murail, Nodi al pettine, traduzione di Federica Angelini, Giunti, 2018
  • Mauro Scarpa, L’Opposto,illustrazioni di Riccardo Gola, Read Red Road Edizioni, 2021.
  • David Almond, Topo uccello serpente lupo, illustrazioni di Dave McKean, Edizioni BD fumetti, 2014

Raccontare il nostro pianeta attraverso le storie degli uomini e delle donne.

Barbara Ferraro, Gli zoccoli delle castagne, illustrazioni di Sonia MariaLuce Possentini, Read Red Road edizioni, 2020

La Storia è un concetto complesso. Lo dicono da decenni studiosi come Marc Boch (3) e  Jacques Le Goff (4). Come possiamo offrire la complessità ai nostri ragazzi? Innanzitutto immergendoci nella complessità ed essendo complessi. Non accontentandosi di nessuna teoria preconfezionata ma confrontandosi sempre con i grandi e i sapienti (gli storici, i politologi, i filosofi e gli studiosi, i poeti, gli scrittori e gli artisti dell’immagine) per farsi un’opinione elastica ma non troppo; rigida dove serve (se serve) e duttile là dove meglio. Insomma non è facile essere uomini e donne del XXI secolo, ma questo è il nostro mondo e in questo mondo dobbiamo tracciare i cammini per i nostri figli e allievi. Abbiamo domande e poche risposte. Provochiamo domande e sproniamo al pensiero; non aggiungo critico, perché per me il pensiero è sempre critico – cioè analitico dubbioso, curioso e rigoroso, diversamente è movimento a caso di neuroni.

Che cosa proporre per stimolare domande e provocare discussioni

  • Barbara Ferraro,Gli zoccoli delle castagne, illustrazioni di Sonia MariaLuce Possentini, Read Red Road, 2020.
  • Robert Westall, Golfo, nuova e integrale traduzione di Sara Saorin, Camelozampa, 2020
  • Alki Zei, La tigre in vetrina, traduzione di Marisa Aboaf Lorenzi, Salani 2007
  • Alex Noguès Un milione di ostriche in cima alla montagna, illustrazioni di Miren Asiain Lora, traduzione di Sara Saorin, Camelozampa, 2021.

Ricominciare dalla cooperazione

I motivi per cui siamo una società fortemente individualista sono oggetto di studio di sociologi e storici. Non ho molte risposte. Certamente ha a che fare con la paura. Il nostro vicino non è più amico e compagno ma un essere che ci può dare fastidio se ha bambini o cani, se è giovane o molto vecchio. Non credo affatto che “prima” (che poi ‘sto prima non si capisce quand’è stato!) si fosse tutti amici, ma solo che esistesse una rete di rapporti. Incazzosi e pettegoli, a volte ma rapporti. Sono estremamente consapevole della difficoltà di tale discorso. Credo che ancora una volta la strada sia decentrarci. Uscire dalla monocultura del pensiero unico.

Prepariamo noi stessi:

  • Laura Imai Messina, WA. La via giapponese dell’armonia, Vallardi, 2018.
  • Luca e Francesco Cavalli Sforza, Chi siamo. La storia della diversità umana, Mondadori, 1995
  • Nuccio Ordine, L’utilità dell’inutile, Bompiani, 2013

Siti e blog:

Che cosa proporre per stimolare domande e provocare discussioni

  • Cristina Caboni, da quassù, illustrato da Flavia Cuddemi, Edizioni Noarte Paese Museo, 2021.
  • Britta Teckentrup, Il germoglio che non voleva crescere, traduzione di Sante Bandirali, Uovonero, 2021
  • Giuliana Facchini, Se la tua colpa è di essere bella, Feltrinelli, 2018.

La conoscenza della storia del nostro Paese intesa non come storia dei fatti (le cinque Giornate di Milano o la Congiura dei Pazzi) ma come storia delle persone e dei luoghi porta a contestualizzare fatti che rischiano di essere attribuiti a fantomatici complotti o considerati inevitabili perché “così è sempre stato”.

Faccio un esempio banale. L’urbanizzazione è un fenomeno mondiale perché per quanto a noi sembri molto bella la campagna, in realtà è stata fatica, malattie, povertà e anche molta violenza soprattutto su donne e bambini. Non che la vita degli operai sia tutta rosa e fiori, ma mi spiace per i vari registi neorealisti che inneggiavano alla purezza del mondo contadino, di fatto, i figli di coloro che hanno lasciato la terra per venire in città (o i loro nipoti) ha potuto studiare e la maggior parte ha  migliorato la propria vita. Abbiamo vinto così la povertà, lo sfruttamento e le violenze sulle donne? Non direi dalle cronache, però oggi sono di più quelle e quelli che denunciano, tanto per fare un esempio; ovviamente il discorso è complesso e mi fermo qui.  Dobbiamo lavorare ancora molto. Sarebbe stato possibile cambiare le cose evitando un’eccessiva urbanizzazione, che ha portato molte cose negative? Fritjof Capra con i suoi studi e le sue pubblicazioni (soprattutto con Il punto di svolta), ha dimostrato che è necessario e possibile cambiare punto di vista. Capra critica anche molto il sistema capitalistico che crede che aiutare i Paesi in via di sviluppo sia aiutarli a incamminarsi sulla nostra strada, perché questa non è percorribile. Le risorse non bastano. Lo studioso austriaco mette in  evidenza come sia possibile attivare l’Economic Networks, cioè reti di sistemi produttivi che utilizzano l’uno gli scarti dell’altro. Gunter Pauli (5), imprenditore e iniziatore dell’Economia Blu, parla di nuovi modelli di business.

Il pericolo di queste teorie è la deriva ideologica che ne è scaturita per cui è necessario consegnare ai nostri ragazzi una visione critica anche se possibilista. La blu economy è una possibilità? La risposta sta ai ricercatori e agli scienziati, certamente non nei blog e nella politica.

Ecco perché dobbiamo essere dei vigili studiosi e degli entusiasticamente cauti innovatori.

Con i se e con i ma non si fa la storia tuttavia con una politica diversa certamente sì. Allora facciamolo!

Sappiamo che gli alberi sono importanti per le città, piantiamoli e curiamo quelli malati e pericolosi (certo poi non lamentiamoci se troviamo deiezioni sulle macchine o foglie secche!).

Nessuno si salva e si salverà da solo e nessuno si salverà se ognuno aspetta che sia l’altro a fare qualcosa.

N.B. E mentre sto dando un’ultima letta a questo mio scritto, trovo in rete un articolo che mette in evidenza la criticità del periodo che stiamo vivendo e ancora una volta mi dico nessuno può chiamarsi fuori, studiamo! Eccolo: http:// https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/cambiare-ministro-transizione-ecologica

Molto belli e interessanti due libri in uscita a ottobre prossimo pubblicati da Beisler Editore che inaugurano la Collana Zoe Salvamondo. La collana nasce in collaborazione con Cittadellarte-Fondazione Pistoletto e a ottobre vedremo due titoli: Zoe e la melanzana melanzanissima e Zoe e il vestito di arance. I testi sono di Ruggero Poi e le illustrazioni di Alice Rossi.

I libri si preannunciano molto interessanti e soprattutto in linea con un progetto più complesso e ampio di educare ed educarci a una nuova visone del mondo per cambiarlo. Molto presto ne parlerò più approfonditamente.

NOTA: (*) Non mi addentro in questo discorso che è complesso e pieno di questioni ancora da sviscerare. Faccio solo una considerazione: è ormai opinione abbastanza comune che non sia possibile tornare indietro; Un esempio banale: se fino a venticinque anni fa i cellulari erano una rarità, oggi ce n’è almeno uno a persona. Impossibile farne  a meno, pena l’isolamento, che è un lusso che non tutti si possono permettere. Studiosi come Capra e Pauli hanno iniziato a tracciare cammini possibili, come avete visto non privi di dubbi e strascichi. 

NOTE:

  1. Francesco Gesualdi, Manuale per un consumo responsabile, Feltrinelli, 1999
  2. Kevin Bales, I- nuovi schiavi, traduzione di Maria Nadotti, Feltrinelli, 2000
  3. Marc Bloch (1886-1944) storico francese e fondatore de L’ École des Annales
  4. Jacques Le Goff (1924-2014) storico francese. Fondamenta il suo “Storia e memoria”, traduzione di Graziella Girardello, Einaudi, 1982.
  5. Gunter Pauli è un imprenditore che ha avuto qualche anno fa un’intuizione a mio parere interessante, sebbene non priva di punti poco chiari. Inoltre Pauli, osannato da certa politica ha finito con il fare affermazioni imbarazzati che rischiano di inficiare il suo lavoro (https://www.agi.it/politica/news/2020-03-23/coronavirus-bufale-gunter-pauli-consigliere-conte-7786704/ ), il che dimostra, ancora una volta, come negli ultimi anni ci sia una notevole confusione del pensiero e pensiero multiplo e divergente ha finito con il significare “facciamo un calderone e infiliamoci un po’ di tutto”. La Blu Economy, da lui tanto acclamata, sostiene che sia possibile modificare il modo in cui gestiamo processi industriali, e quindi creare meno problemi ambientali, spostandoci dall’uso di risorse rare e ad alto costo energetico per cercare invece soluzioni basate su tecnologie più semplici e pulite. Secondo Pauli tutto ciò produrrebbe benefici economici attraverso la creazione di posti di lavoro e il consumo ridotto di energia. La teoria è affascinante e non nuova, tuttavia l’imprenditore non chiarisce come sia possibile attuare il cambiamento senza danneggiare i lavoratori; su questo problema le sua teorie si stanno arenando, come il caso dell’ILVA dimostra. Urge trovare risposte nuove con nuove visoni del mondo! (https://www.theblueeconomy.org/ )

Concludo augurando a tutti e tutte buon anno scolastico e buono studio. Se volete scrivermi: carla@storiegirandole.it

L’immagine di copertina è presa dallo Web

Condividi questo articolo