Ho conosciuto Marianna Balducci, per caso a una cena durante La Fiera di Bologna del 2018. Lei aveva illustrato il viaggio di piedino (https://www.bacchilegaeditore.it/prodotto/il-viaggio-di-piedino/), di cui ho parlato e su cui tornerò.
Quest’anno ho avuto la bellissima sorpresa di conoscerla anche come autrice con C’è una macchia sul mio disegno! Collana Lilliput, La spiga edizioni, 2019.
Questa semplicissima storia apre mondi che possono andare in ogni direzione.
La storia è corta e la potete leggere ad alta voce in pochi minuti; sarebbe meglio se voi poteste proiettare le immagini con una LIM, perché Marianna ha raccontato una storia combinando sapientemente parole e immagini.
Max vorrebbe diventare un artista di quelli che espongono nei musei ma, ahimè si accorge che sul suo disegno c’è una macchia!
Iniziano alcuni rocamboleschi tentativi per cancellarla, nasconderla abolirla; tentativi che coinvolgono cani, scienziati e alieni e alla fine…
Una storia semplice, adattissima ai lettori in erba eppure piena di mille stimoli per parlare dei quali chiamo in aiuto Marianna Balducci stessa.
L’artista riminese ha raccontato qualche giorno fa che inizialmente Max doveva chiamarsi Kurt in onore di Kurt Schwitters ed ecco che mi si sono accese mille lampadine!
Facciamo un po’ di ordine: C’è una macchia sul mio disegno ci insegna molto sull’errore e su come trasformarlo; per questo lo trovo molto adatto a tutti quelli che tra qualche giorno dovranno accogliere i loro alunni in prima primaria.
Cosa c’è di meglio che iniziare l’anno scolastico con un libro che parla di quanto un errore possa essere l’inizio d’incredibili avventure e possa rivelarsi un’opera d’arte?
Quante cose possiamo proporre ai nostri bambini partendo da un errore o da una macchia! Chiamo alcuni grandi maestri (Leonardo, Munari e Keri Smith sono per citarne alcuni, senza ovviamente dimenticare Gianni Rodari grande maestro dell’errore!), rispolvero i loro scritti, le loro opere e vi invito a fare questa attività:
Come avrete notato pongo spesso l’accento sulla necessità di fare ricorso al caso e di lasciare che la casualità entri nelle opere. Programmiamo e strutturiamo troppo e frequentemente noi adulti ci facciamo guidare dall’idea che abbiamo di quel bambino/bambina per distribuire i materiali. Vorrei proporvi, solo per questa volta, di abolire tutto, chiudere gli occhi e lasciar fare al caso! L’errare senza meta, spesso genera l’arte e permette al pensiero di andare oltre.
Vi consiglio di riprendere il tutto per poi poter rivedere e studiare l’esperienza per valutarne le criticità.
E Kurt Schwitters? L’ho lasciato in fondo perché è una delle mie grandi passioni, come un po’ tutti i dadaisti e i futuristi. Va bene, Schwitters non era un futurista!Tuttavia con questi geni che per primi hanno destrutturato l’arte, il suono e il libro, aveva molto in comune; Schwitters era un artista poliedrico e visionario, innamorato della materia che ha creato opere assemblando materiali di ogni tipo, materiali di recupero e oggetti quotidiani scartati.
Che è proprio quello che fa Max, il protagonista della storia di cui stiamo parlando: volendo coprire la macchia, considerata sbagliata, mette sul disegno tutto ciò che capita!
Facciamo come Max:
Sarà un inizio anno errante e vagabondo.
NOTA: la collana LILLIPUT di La Spiga Edizioni ha vinto Il Premio Andersen 2017 come Migliore Collana
Marianna Balducci, C’è una macchia sul mio disegno, La Spiga Edizioni, 2019 ( https://www.elilaspigaedizioni.it/)